Per il senatore Pillon le donne sono buone ad accudire. E attacca l’Università di Bari sugli sconti alle ragazze

La replica dell’Ateneo, che per incentivare la presenza femminile taglia del 30% le tasse in alcune materie: “Buona fortuna nel leggere il mondo”

La replica dell’Ateneo, che per incentivare la presenza femminile taglia del 30% le tasse in alcune materie: “Buona fortuna nel leggere il mondo”

La notizia l’avevamo data nelle ore in cui era uscita: l’Università di Bari per incentivare la frequenza femminile in alcuni corsi a tradizione prettamente maschile ha deciso di tagliare del 30% delle tasse alle ragazze che si iscrivono ai corsi con meno del 30% di presenza femminile. “Un modo per cambiare il mondo del lavoro” avevano spiegato dall’Ateneo, dove l’agevolazione riguarda soprattutto i corsi legati all’informatica, ma anche Scienze e Tecnologie agrarie e Storia e Scienze sociali

LA POLEMICA

Una riforma che non piace a Simone Pillon, senatore della Lega, noto per le sue posizioni radicali a favore della famiglia tradizionale e strenuo oppositore del ddl Zan contro l’omofobia. “L’Università di Bari spinge per far iscrivere ragazze a corsi di laurea tipicamente frequentati in prevalenza dai ragazzi. È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all’accudimento, come per esempio ostetricia” ha scritto il senatore su facebook. Aggiungendo che “questo però non sta bene ai cultori del Gender, secondo i quali ci devono essere il 50% di donne nelle miniere e il 50% di uomini a fare puericultura”.

L’ATTACCO

Secondo questo ragionamento dunque “è naturale che le ragazze siano portate verso alcune professioni e i ragazzi verso altre. Imporre ai maschi di pagare più delle femmine per orientare la libera scelta di un percorso universitario è un modo di fare ideologico, finalizzato a manipolare le persone e la società”. E per non farsi mancare l’attacco alla legge Zan sostiene che sulla base di questa “agli studenti maschi basterà autopercepirsi come femmine per i pochi minuti necessari all’atto dell’iscrizione per poter beneficiare legalmente dello sconto. Chissà cosa ne pensa il ministro, proverò a chiederglielo”.

LA REPLICA

Di sicuro non la prende bene il rettore dell’ateneo pugliese, che risponde a Pillon per le rime. “Mi meraviglio che un componente del Senato non si ricordi che abbiamo soltanto fatto una cosa in linea con le normative europee e le linee date dal Ministero per le questioni di genere – spiega a Repubblica il rettore Stefano Bronzini – Ritengo sia una manovra civile”. A Pillon “auguro ogni buona fortuna, soprattutto nella capacità di lettura e interpretazione del mondo”.

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