“Organizzazioni. Culture, modelli e governance” – Presentazione del libro all’Università Roma Tre

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Organizzazioni. Culture, modelli e governance. Si è tenuta ieri nell’Aula Volpi del Dipartimento di Scienze della Formazione a Roma Tre la presentazione del libro di Antonio Cocozza (Franco Angeli Editore, 240 pg). Al convegno hanno partecipato Serafino Negrelli, dell’Università degli Studi Milano Bicocca e Sapienza, Franca Maria Alacevich, Direttore Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Università degli Studi di Firenze, Domenico Carrieri, Sapienza Università degli Studi di Roma, Francesco Avallone, Rettore Università telematica “UNITELMA Sapienza”, e  Federico Butera, già Cattedra di Sociologia dell’Organizzazione, Università degli Studi Milano Bicocca e Sapienza Università degli Studi di Roma.

“Quello che abbiamo di fronte è un libro ambizioso, che affronta molte sfide, con un panorama storico sull’evoluzione delle teorie organizzative – ha introdotto Negrelli. Oggi siamo di fronte ad una vera e propria riorganizzazione dei modelli organizzativi ambientali, compresa la riforma della Pubblica Amministrazione. Il punto centrale del libro riguarda la domanda: “Come cambia la leadership, sia dal punto di vista teorico che pratico? Come stanno cambiando le organizzazioni?”.

Antonio Cocozza, autore del libro
Antonio Cocozza, autore del libro

“Quello di Antonio Cocozza è un lavoro concreto, denso di ricerche empiriche. Un’utile occasione per discutere del tema del lavoro, attualissimo per il nostro Paese – ha commentato Alacevich. Pensiamo e speriamo che la ripresa possa ripartire già dal’anno prossimo. Testo molto orientato a capire come agire all’interno delle organizzazioni. Dobbiamo capire come sta cambiando il tema del lavoro. I leader sono cambiati, l’organizzazione gerarchica funziona sempre meno nella società attuale. Non basta avere un buon leader: oggi deve saper dialogare e far dialogare tra loro i soggetti. Bisogna capire che all’interno delle organizzazioni non ci sono solo competenze diverse ma visioni e interessi diversi. In questo senso la costruzione della fiducia diventa un tema fondamentale. In alcune aziende si affronta e supera la crisi proprio perché c’è un rapporto paritetico e si lavora insieme”.

L’attenzione si è spostata anche sui nuovi modelli organizzativi. “Il libro è un importante strumento didattico, con schemi e rielaborazioni grafiche, ma è anche un utile strumento di discussione. Ci sono organizzazioni durano nel tempo (la chiesa, i sindacati) e altre che possono morire – ha affermato Carrieri. Ci sono organizzazioni che sanno rinnovare e trasformarsi, e altre meno. Possiamo dire che le organizzazioni che apprendono solo quelle che si evolvono e durano nel tempo. Dobbiamo pensare alle organizzazioni come ad una sorta di elefante, che si muove con fatica e lentezza. L’obiettivo principale per un’organizzazione resta quello della partecipazione e della condivisione”.

Si è puntato, poi, anche sul problema della chiusura da parte delle organizzazioni.“Le persone possono cambiare, ma le organizzazioni restano. Il libro ha più anime, e contiene diversi appelli all’intelligenza della ragione. Il problema principale – ha sottolineato il rettore Avallone – resta quello che definiamo etnocentrismo organizzativo: le organizzazioni, oggi, tendono a chiudersi sempre più in se stesse. I giovani sono in imbarazzo: non conoscono le organizzazioni. Oggi, poi, siamo di fronte al declino delle organizzazioni, questo è certo. Dobbiamo capire e indagare qual è il nesso tra organizzazione e società/cultura. Oggi abbiamo fior di organizzazioni nel nostro Paese che tacciono, proprio quando ci vorrebbe più dialogo e partecipazione. Una cosa, però, è sicura: ci stiamo avviando verso le organizzazioni digitali”.

“Il libro testimonia un lavoro lungo, intriso di riferimenti legati all’attualità. Dobbiamo renderci conto – suggerisce Butera – che tutte le notizie, oramai, sono legate ad una dimensione organizzativa. Prendiamo ad esempio il Jobs Act: per anni abbiamo sprecato miliardi per le agenzie del lavoro, che non hanno funzionato. Stiamo pensando ad un nuovo modello organizzativo che possa dare i suoi frutti. Esempi eccellenti di organizzazioni sono oggi quelli della Apple, della Procura di Palermo, ma anche gli stessi asili di Reggio Emilia. Il problema è nella cattiva gestione delle organizzazioni. “Organizzazione è portare all’unità elementi dispersi”.

A chiudere la presentazione l’autore del libro, Antonio Cocozza: “Oramai siamo obbligati a usare il plurale e a parlare di organizzazioni, e non più solo di organizzazione. Oggi nessuno può pensare di risolvere i problemi da solo. Il comportamento più pericoloso non è il conflitto, ma l’indifferenza. Senza ascolto e dialogo andremo incontro ad una nuova Torre di Babele. Sono 3 gli errori che deve evitare la leadership: La fuga nella tecnologia, l’utopismo e l’opportunismo. Tutte le organizzazioni sono sistemi complessi. Il rischio è che ognuno parli solo la propria lingua. “Non dobbiamo creare isole isolate, ma incentivare la pluralità dei modelli organizzativi e promuovere l’evoluzione delle culture”. Il piano d’investimento, insomma, deve essere fatto sulle persone”.

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