Nuovo DPCM del Governo Draghi. Scuola: in dad sei milioni di studenti

Il 31% delle primarie, infanzia e secondaria primo grado in presenza. Per le superiori si scende al 17,2%

La difesa dalla pandemia passa ancora una volta per la chiusura della scuola. A stabilirlo è il nuovo Dpcm del governo Draghi: chiusura in zona rossa e facoltà per presidenti di regione e sindaci di sospendere la didattica in presenza ove i contagi superassero la soglia di 250 per ogni 100mila abitanti. Un provvedimento, quello presentato ieri in conferenza stampa dal ministro Sperenza e dalla ministra Gelmini, che coinvolgerà circa sei milioni di studenti secondo le stime della Fondazione Gimbe (il 73% della popolazione totale).

Secondo un monitoraggio fatto da Tuttoscuola sarebbero poche le regioni non interessate dal provvedimento: Lazio (con unica zona rossa Frosinone), Calabria, Sicilia, Veneto, Valle d’Aosta e Sardegna. Solo il 31% dei bambini della scuola dell’infanzia rimarrebbero in presenza, stassa percentuale per primaria e secondaria di primo grado; mentre per le superiori il calo sarebbe drastrico: 17,2%. Senza contate tutti gli istituti che entrano ed escono dalla quarantena anche in zona gialla.

C’è chi spera almeno in un potenziamento della campagna vaccinale visto il sacrificio della scuola dopo il nuovo Dpcm del governo Draghi. Secondo l’ultimo report del governo solo 215.939 insegnanti sono stati vaccinati fin ora. Poco più del 10%. E in regioni come la Calabria non sono neanche partite le vaccinazione al personale scolastico. Il rischio è di perdere di fatto il secondo anno scolastico consecutivo. Anche la possibilità di allungare l’anno scolastico è di fatto naufragata in pochi giorni. Secondo Antonello Giannelli, presidente dell’ANP, si può pensare “a qualcosa del genre per le primarie, fermo restando che al momento è l’unico ordine scolastico che ha frequentato l’intero anno”. E non manca chi si scaglia contro il decreto: “Scuole chiuse e movida libera. Il nuovo Dpcm sembra dire questo”, ha commentato nei social il presidente dell’Anci Antonio Decaro.

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