Napoli, studente muore alla Federico II. Il racconto dei ragazzi: “Mancava il defibrillatore”

Morto all'Università

“Mancava il defibrillatore, certo, però potremmo considerare la possibilità di prenderlo in futuro” – Parla così il preside della Facoltà di Ingegneria di Napoli, Piero Salatino. Nella giornata di ieri una tragedia ha sconvolto il regolare svolgimento degli esami, nella struttura di piazzale Tecchio a Napoli: Gaetano, studente 19enne di Ingegneria, si è accasciato a terra ed è morto.

Secondo una prima ricostruzione il padre ha confermato che il ragazzo soffrisse di problemi cardiaci. In effetti, secondo il racconto di alcuni studenti, Gaetano si sarebbe accasciato a terra, prima di svolgere l’esame. L’arrivo dei soccorsi è risultato vano: il 19enne casertano era già morto.

Monta, intanto, all’interno della struttura, la polemica sui ritardi e su alcune presunte inefficienze. Alcuni ragazzi raccontano che la situazione sia stata sottovalutata, almeno in un primo momento: secondo quanto riferito, l’ambulanza sarebbe giunta solo mezz’ora dopo i primi problemi. Qualcuno, inoltre, racconta che Gaetano fosse stato rimandato all’esame alla prossima sessione.

Nella giornata di domani, comunque, tutti gli studenti osserveranno un minuto di raccoglimento in ricordo di Gaetano. Non è la prima volta che una tragedia simile scuote la Facoltà di Ingegneria della Federico II. Lo scorso anno, una studentessa 24enne si lanciò nel vuoto dal quarto piano della struttura.

Al di là di voci di corridoio e versioni discordanti, resta forte il dolore per la perdita di un giovane studente, solare, sorridente e appassionato di Basket. E gli studenti della Facoltà non ci stanno: “Lavoro oggi all’Universita’ del Lussemburgo, che in numero ha, in tutto l’Ateneo, 1/10 degli studenti iscritti alla sola Ingegneria. Bene, noi abbiamo un defibrillatore. Per quale recondita ragione non dovrebbe essere necessario in Italia? Quanto costa allo Stato la perdita di questo ragazzo in confronto alla spesa di un defibrillatore?” – commenta Francesco Viti.

“E’ la legge ad essere sbagliata, perché non è obbligatorio avere il defibrillatore in questo tipo di strutture dove non si svolgono attività sportive” – raccontano gli studenti dalla Facoltà.

Raffaele Nappi

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