Cambia (di nuovo) la maturità con il punteggio che passa da 40 punti per il triennio e di 60 per le prove d’esame ad una nuova versione: 50 punti per il triennio e 50 per le prove (15 per ciascuno scritto e 20 per l’orale). È quanto emerge da fonti parlamentari.
La seconda prova dell’esame di maturità sarà invece predisposta a livello di Istituto: i docenti titolari della disciplina oggetto del secondo scritto che fanno parte delle commissioni d’esame, entro il 22 giugno, proporranno tre tracce sulla base dei documenti consegnati a maggio dai consigli di classe. Il giorno del secondo scritto sarà estratta una delle tre tracce. Le ordinanze sugli Esami di Stato del I e II ciclo d’istruzione sono state trasmesse ai presidenti di Camera e Senato per l’acquisizione del parere da parte delle commissioni parlamentari, così come previsto dalla Legge di bilancio.
Nuovo punteggio commentato dagli studenti
La proposta fatta martedì al ministro di valutare in 70 punti il percorso scolastico e in 30 l’esame di Stato è stata disattesa. “Non è né una vittoria, né una sconfitta. Non è quello che chiedevamo, è molto lontano dall’esserlo. Comunque è un segnale di apertura da parte del Ministero, però si poteva indubbiamente fare di più. Speriamo ci sia una reale collaborazione con il ministero su tutti i temi che riguardano le riforme e il Pnrr, su cui abbiamo tanto da dire e vorremmo essere presi in considerazione”. Così Marco Scognamillo, coordinatore delle Consulte studentesche che avevano proposto il cambio di punteggio a Bianchi.
“Se fosse confermato si tratterebbe più di un contentino che di aver ascoltato gli studenti. Noi avevamo una proposta ben strutturata da dare al ministro, mentre lui si è rifiutato anche di ascoltarla – afferma Marco Greco, Federazione degli Studenti – Anzitutto nella prima prova ci sembrava importante che venissero reintegrate le tracce storico-filosofica e quella di storia dell’arte, quindi aggiungere due tracce in più. Ma la seconda prova andava tolta a favore dell’elaborato. Ora i docenti hanno difficoltà perché hanno calibrato la didattica su un esame senza seconda prova”. E ancora: “Non può essere di 50 e 50 il punteggio e l’obiezione in cui si dice che all’università faremo tanti altri esami non è valida perché la tesi di laurea il punteggio vale su 110 punti valgono solo 6 punti. Lo stesso criterio dovrebbe essere affrontato per gli istituti superiori. All’università si fanno 30 prove prima di stabilire il voto finale”. Il paragone con l’operato dell’ex ministra Lucia Azzolina con il governo Conte: “La cosa che lascia veramente sconcertati è che noi abbiamo chiesto fin dall’inizio di parlare con questo ministro e lui non ci ha ascoltato. La Azzolina ogni mese nel precedente governo convocava le associazioni, l’esame di Maturità lo ha costruito insieme agli studenti. E questo ministro non risponde neanche alle convocazioni formali del Fast che è un organo ufficiale riconosciuto dal ministero”.
Tommaso Biancuzzi (Rete degli Studenti Medi): “Bianchi a scelto di andare dritto nonostante abbia tutto contro. Anche se con questa mediazione con l’UCN (Consulte studenti ndr.) prova a fingere che le studentesse e gli studenti fossero d’accordo con lui. Non c’è molto da dire. Il ministro ha scelto questo, noi auspichiamo che questo atteggiamento molto poco democratico e molto poco aperto all’ascolto cambi visto che oltre alla maturità ci sono moltissimi dossier importanti sul tavolo.
Luca Redolfi (Uds): “Non siamo soddisfatti di questa misura. Chiediamo una riformulazione complessiva dell’esame di Stato. Manca la soggettività nella valutazione che può dare la tesina e continuano a non essere considerate le difficoltà psicologiche e di apprendimento sofferte in particolar modo negli ultimi anni”.
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