Matricole in caduta libera: perso il 5% in meno di vent’anni. Migliorano età media e voti dei nostri laureati

Presentato il rapporto 2021/2022 di AlmaLaurea. In un anno le nuove immatricolazioni sono diminuite del 3% ma la flessione è più marcata se si prende in considerazione quanto accadeva nell’anno accademico 2003/2004. La ministra Messa: “Calo inaspettato ma bisogna contestualizzarlo ai problemi generati dal Covid. Per il rilancio puntiamo sulle borse di studio”.

Nell’ultimo anno accademico 2021/22 è stato registrato un calo delle immatricolazioni del 3% rispetto al
2020/21, più forte negli atenei del Sud (-5%). Inoltre, il numero degli immatricolati è ancora oggi inferiore rispetto a quello di quasi 20 anni fa (-5% se confrontato al 2003-2004). È quanto emerge dal XXIV Rapporto del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, annuale fotografia su profilo e condizione occupazionale dei laureati, presentato oggi nella sede dell’Università di Bologna.

Ci sono però anche aspetti positivi: l’età media alla laurea migliora e nel 2021 è pari a 25,7 anni, mentre nel 2011 era 26,9 anni. Così come migliora la regolarità negli studi in modo costante e marcato, soprattutto negli ultimi due anni grazie alla proroga della chiusura dell’anno accademico concessa agli studenti per l’emergenza Covid-19. Nel 2011 concludeva gli studi in corso il 38,9% dei laureati, nel 2021 la percentuale raggiunge il 60,9%. Il voto medio alla laurea nel 2021 è pari a 103,5 su 110 (nel 2011 era 102,9 su 110).

Insomma, un rapporto dove emergono luci e ombre. “Da un lato si registrano il calo delle immatricolazioni, il ruolo prevalente della famiglia nella scelta universitaria, il divario delle opportunità tra uomini/donne e nord/sud – ha detto il presidente di AlmaLaurea, Ivano Dionigi – dall’altro, il rapporto evidenzia il giudizio positivo dei laureati sull’università, l’incremento delle iscrizioni alle lauree Stem, la ripresa nel 2021 sia dell’occupazione sia delle retribuzioni, anche se prevalgono i contratti a tempo determinato. Il messaggio è chiaro: potenziare l’orientamento, garantire il diritto allo studio, creare lavoro stabile e retribuito secondo gli standard europei”.

“Il calo delle matricole è un campanello d’allarme che non ci si aspettava però bisogna contestualizzarlo: viene dopo un aumento negli ultimi cinque anni – ha spiegato la ministra dell’Università e della Ricerca
Maria Cristina Messa
– Le borse di studio sono sicuramente importanti quando si è indecisi oppure la famiglia ha dei problemi, si rinuncia. Mi piacerebbe in quelle università in cui c’è stato il calo riuscire a far capire al territorio il ruolo di rilancio che queste università hanno”.

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