Non appena diffusa ha subito provocato una ridda di polemiche: la classifica delle università statali stilata dal Miur non piace al governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, che denuncia un’impronta “nordista” nel documento fortemente voluto dal ministro Mariastella Gelmini: «La valutazione sulla qualità delle università italiane, che vede quelle del Sud agli ultimi posti della graduatoria, non è l’ennesima prova dei nostri ritardi, quanto il tentativo di colpire in maniera strumentale i nostri atenei utilizzando carte truccate».
A detta di Lombardo, infatti: «Gli elementi di giudizio che portano a tali valutazioni si fondano sulle valutazioni di una ricerca risalente al 2003 e da criteri che sono irraggiungibili per questi atenei. Invece di giudicare gli effettivi miglioramenti verificatisi anno dopo anno nei progetti di ricerca e premiare in base a questo grado di avanzamento si valutano le università del Sud sulla capacità che gli studenti trovino occupazione (dimenticando quanto essa dipenda dalle effettive possibilità offerte dal mercato del lavoro locale e dalle connesse condizioni economiche) o sulla capacità di attrarre finanziamenti esterni (dimenticando che la grande impresa risiede al nord e proprio lì investe per acquisire le migliori risorse umane da inserire nelle aziende del territorio)».
Dopo aver espresso la propria solidarietà ai rettori delle università del Mezzogiorno per questo “iniquo giudizio”, Lombardo guarda avanti e tende una mano: «Desidero tranquillizzare i rettori delle università siciliane perché il governo della Regione intende fare fino in fondo la propria parte per dare l’adeguato sostegno alla ricerca e le migliori condizioni di vita ai nostri atenei, così da offrire agli studenti siciliani processi formativi sempre più qualificati, gli unici in grado di garantire uno sviluppo reale del nostro territorio».
Manuel Massimo