Atenei "virtuosi", la classifica del Miur

lavagnabuonicattivi.jpgUn po’ come si faceva a scuola, alla lavagna: una riga nel mezzo, da un lato i “buoni” e dall’altro i “cattivi”. Così, come una maestra vecchio-stampo, il ministro Mariastella Gelmini ha stilato una classifica delle università “virtuose” e di quelle “inadempienti” individuate attraverso una serie di parametri. Dalla classifica che ne scaturisce si evince che al Nord si concentra la maggior parte dei migliori, al Sud – invece – gli atenei mediamente faticano a tenere il passo e registrano performance negative.
È evidente che il contesto gioca una parte importante, se non preponderante: un’ottima università “in sé e per sé” ma collocata in una regione “svantaggiata” del Mezzogiorno con una percentuale di disoccupazione più alta della media nazionale e ben poche aziende disposte ad investire nei giovani laureati (spesso anche per mancanza di accesso al credito) secondo i criteri adottati dal Miur risulta – e risulterà – sempre “inadempiente”.
Per questo fioccano le polemiche e non mancano le rettifiche di molti rettori a capo di atenei “bocciati” e di addetti ai lavori che tengono a puntualizzare: è giusto dare risorse in base al merito, ma occorre valutare “caso per caso” e tenere in debita considerazione molteplici fattori. Un po’ come nel golf: soltanto grazie allo strumento dell’handicap è possibile “giocarsela alla pari” con qualsiasi altro giocatore. Altrimenti chi parte in vantaggio vincerà sempre: i forti andranno sempre “in buca”, dunque sempre più in alto; gli atenei “ricchi” di mezzi e di rapporti saranno sempre più finanziati. E viceversa, dando vita a un circolo vizioso più che virtuoso.
Questa la classifica diffusa dal Miur. Accanto al nome dell’ateneo è riportata la percentuale di finanziamenti che saranno ricevuti – in più o in meno – in base ai nuovi criteri individuati dai tecnici ministeriali:
– Trento +10,69%
– Politecnico di Torino +5,22%
– Politecnico di Milano +4,14%
– Bergamo +2,82%
– Genova +2,52%
– Milano-Bicocca +2,51%
– Roma “Foro Italico” +2,35%
– Torino +2,18%
– Udine +1,95%
– Tuscia (Viterbo) +1,80%
– Statale di Milano +1,69%
– Venezia “Ca’ Foscari” +1,65%
– “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara +1,50%
– Padova +1,37%
– Insubria (Como-Varese) +1,36%
– Alma Mater di Bologna +1,33%
– Roma “Tor Vergata” +1,28%
– Ferrara +1,12%
– Calabria (Cosenza/Rende) +1,09%
– Modena-Reggio Emilia +1,05%
– Politecnica delle Marche (Ancona) +1,01%
– Pisa +0,99%
– Piemonte Orientale (Vercelli) +0,79%
– Sannio (Benevento) +0,75%
– Pavia +0,33%
– Verona +0,31%
– Politecnico di Bari +0,26%
– Brescia -0,39%
– Perugia -0,56%
– Roma Tre -0,79%
– Parma -0,91%
– Mediterranea (Reggio Calabria) -1,06%
– Salerno -1,06%
– Salento (Lecce) -1,16%
– Iuav (Venezia) -1,34%
– Catanzaro -1,42%
– “Federico II” di Napoli -1,52%
– Catania -1,60%
– Bari -1,94%
– “Parthenope” di Napoli -2,03%
– Cagliari -2,08%
– Sapienza di Roma -2,11%
– Teramo -2,17%
– Cassino -2,21%
– Molise -2,29%
– Camerino -2,42%
– “L’Orientale” di Napoli -2,50%
– “Seconda Università” di Napoli -2,82%
– Basilicata (Potenza) -2,90%
– Sassari -2,95%
– Messina -3%
– Palermo -3%
– Foggia -3%
– Macerata -3%

Manuel Massimo

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Scuola & Università, le consulenze sono online

Next Article

Roma dà una mano ai fuorisede

Related Posts