Le lauree scientifiche pagano di più

euro_geometric.jpgAncora una volta il mercato premia i profili tecnici. Sono loro i primi collocarsi in maniera stabile nel settore dell’occupazione e anche in termini di guadagno non hanno concorrenti. Inutile negarlo ci sono lauree che “pagano” di più e lauree che pagano di meno. Una realtà fotografata dall’Istat nel suo secondo rapporto “Università e lavoro: orientarsi con la statistica”.
Secondo l’Istituto nazionale di statistica una laurea in ingegneria aprirebbe molte più porte rispetto ad una laurea in lettere o in giurisprudenza. A tre anni dal conseguimento del titolo di studio, infatti, ha un’occupazione l’88,9% degli ingegneri meccanici, l’88,1% di chi ha scelto ingegneria delle telecomunicazioni e l’84,9% di coloro che hanno optato per ingegneria chimica.
Un vademecum già conosciuto, ma sempre utile specialmente per chi è alle prese con la scelta della facoltà. Se infatti non decade mai il vecchio consiglio di “seguire le proprie inclinazioni”, l’Istat evidenzia alcuni dati ormai consolidati nel tempo e il quadro che ne emerge non è molto diverso dagli altri anni.
Tra gli studenti che hanno concluso corsi lunghi, la percentuale più alta di occupati in modo continuativo (lavoro cioè svolto con cadenza regolare sia a tempo determinato che indeterminato) dopo la laurea riguarderebbe i laureati in materie scientifiche.
Se al primo posto restano lauree come ingegneria e architettura, che addirittura si aggiudicherebbero il primato di neo-occupati, buone prospettive occupazionali presenterebbero anche le lauree in farmacia (82,5%) ed economia aziendale (76,3%). Sul fronte delle lauree brevi, il mercato assorbe soprattutto i laureati nelle professioni infermieristiche ed ostetriche: il 72,4% ha un’occupazione continuativa iniziata dopo la laurea. Offrono buoni sbocchi anche scienze e tecnologie farmaceutiche (67,3%) e scienze e tecnologie informatiche.

Anna Di Russo

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