La nuova alba della ricerca

Una Notte dei ricercatori che gli organizzatori vorrebbero si trasformasse in una nuova alba per la ricerca. Venerdì 24 torna anche in Emilia-Romagna la manifestazione europea.

Una Notte dei ricercatori che gli organizzatori vorrebbero si trasformasse in una nuova alba per la ricerca. Venerdì 24 torna anche in Emilia-Romagna la manifestazione europea che per una sera porta in piazza il meglio della ricerca scientifica: microlezioni, mostre, giochi, spettacoli e aperitivi scientifici per dimostrare che la scienza è una cosa che tocca da vicino le nostre vite quotidiane. In regione saranno sette le città coinvolte: Bologna, Cesena, Ravenna, Faenza, Ferrara, Modena e Reggio Emilia.
A organizzare l’evento, che nella scorsa edizione, ha visto la partecipazione di 10.000 visitatori e l’impegno di 400 ricercatori, sarà l’Aster – Rete alta tecnologia dell’Emilia-Romagna in collaborazione con il Cnr, e le Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio e le sedi di Piacenza dell’Università del Sacro Cuore e del Politecnico di Milano. Il tutto con il patrocinio della Regione. «Quello che stiamo vivendo – spiega l’assessore regionale all’Università e ricerca Patrizio Bianchi – è un momento difficile per la ricerca. E sbagliamo se lo consideriamo un problema interno a università e istituti. È un problema che tocca il nostro futuro. Quello della nostra regione è un sistema di ricerca potente, di cui le persone hanno purtroppo poca consapevolezza. Questo appuntamento è un modo per metterlo in mostra».
Dello stesso parere Dario Braga, Prorettore dell’Università di Bologna che, riferendosi anche alle recenti proteste dei ricercatori dell’Alma mater, sostiene che in Italia «soffriamo di un deficit conoscitivo del sistema universitario e della ricerca. Gli scienziati non vivono su Marte ma risolvono i problemi di tutti i giorni». «Sul tema della ricerca, in Emilia-Romagna stiamo correndo con una gamba sola – sintetizza l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – I tagli lineari dell’esecutivo vanno a penalizzare regioni virtuose e regioni non virtuose. Noi comunque cerchiamo di fare la nostra parte, con progetti come quello dei tecnopoli che porterà all’assunzione di 1800 ricercatori e con l’operatività di Aster». E proprio il presidente Aster, Pietro Caselli, ha concluso spiegando che venerdì sarà l’occasione per una «banalizzazione alta della ricerca scientifica. Dobbiamo spiegare alla gente cosa vuol dire fare scienza. Perchè, parlando da imprenditore, se non c’è ricerca non c’è possibilità di impresa».

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