La crisi delle imprese giovanili: in dieci anni diminuite del 22% quelle guidate da under 35

L’Italia non è un Paese per giovani imprenditori: secondo i dati pubblicati da Il Sole 24 Ore c’è stata una flessione di 156mila unità dal 2011 ad oggi.

L’Italia non è un Paese per giovani imprenditori. A dirlo sono i dati dell’analisi di Unioncamere-Infocamere e pubblicati sul Il Sole 24 Ore oggi in edicola che parlano di un calo di oltre il 22% nell’arco di dieci anni di società gestite da under 35. Se nel 2011 le aziende a conduzione “giovanile” erano quasi 700mila (697) oggi sono 541mila con una perdita di 156mila unità registrata in una sola decade.

Ovviamente questo calo non significa necessariamente che dal 2011 ad oggi siano di fatto scomparse 154mila realtà imprenditoriali: le statistiche ovviamente conteggiano solo quelle imprese alla cui guida sono registrati amministratori con al massimo 35 anni di età che quindi negli anni sono “invecchiati” andando quindi ad ampliare l’esercito di aziende “mature” del nostro Paese. Ma il dato non certo confortante è che dieci anni fa – sempre secondo i dati pubblicati oggi da Il Sole 24 Orele imprese giovanili erano il 10% di quelle iscritte al Registro nazionale (6,1 milioni), mentre oggi si attestano soltanto all’8,9 per cento. Inoltre, la diffusione di queste imprese – ovvero il rapporto tra il loro numero e la popolazione 18-34 anni – è sceso dal 61,5‰ del 2011 al 51,9‰ del 2020, diminuendo mediamente di un punto per ogni anno del decennio.

Insomma, un declino lento ma costante che ha portato al saldo negativo di oggi rispetto al 2011 (-22,4%) e che si è diffuso quasi uniformemente in tutte le regioni italiane, da Nord a Sud, con la Siclia che ne ha perse 16 mila, il Lazio 8mila, l’operosa Lombardia addirittura 21mila.

Una fotografia che viene confermata anche nei dati relativi allo scorso anno, quando sono nate poco più di 86mila aziende guidate da giovani, in calo del 19% rispetto all’anno precedente anche se su questo trend negativo pesa sicuramente l’incertezza e la difficoltà provocata dalla crisi pandemica provocata dall’emergenza Coronavirus che, soprattutto in alcuni settori, hanno rappresentato un freno non indifferente alla voglia degli italiani di imprenditorialità e investimenti. In ogni caso nel 2020 delle 292mila imprese registrate, quelle giovanili rappresentano il 29,4 per cento: si tratta soprattutto di imprese individuali che per la loro quasi totalità non supera mai i cinque addetti.

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