Le donne in gravidanza sono particolarmente esposte al virus dell’influenza A/H1N1 e devono ricevere immediatamente un trattamento adeguato a base di antivirali. Lo ha annunciato l’Organizzazione mondiale della sanità riferendosi a uno studio pubblicato su Lancet, secondo il quale la donna incinta ha un rischio maggiore di mortalità se colpita dal virus.
Cresce la preoccupazione anche per i bambini: uno studio britannico ha dimostrato infatti che in metà dei ragazzini a cui è stato somministrato l’antivirale Tamiflu, in via preventiva, si sono presentati degli effetti collaterali. Intanto, mentre il numero totale dei contagiati nel mondo ha superato i 180.000 casi, cresce in Europa l’allarme per l’aumento dei contagi a causa dei viaggi estivi: su un volo Alitalia proveniente dalla Grecia sono stati segnalati 10-15 casi di passeggeri con sintomi sospetti, mentre una nave francese proveniente da Civitavecchia ha contato 60 persone malate e 70 con sintomi influenzali.
Ma le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità sono rivolte oggi soprattutto alle donne in gravidanza alla luce di una recente ricerca pubblicata su Lancet che ha evidenziato che il rischio di mortalità aumenta nelle donne incinte che abbiano contratto il virus H1N1, così come aumenta il rischio di morte per il feto e quello di aborto spontaneo. Per questa categoria il trattamento con l’antiretrovirale Oseltamivir deve cominciare appena compaiono i sintomi influenzali, senza attendere i risultati degli esami di laboratorio. Il trattamento preso entro 48 ore dà il maggior beneficio ma l’Organizzazione raccomanda di assumerlo anche dopo, poiché l’antiretrovirale diminuisce il rischio di polmonite e il bisogno di ospedalizzazione.
Un modus operandi su cui concorda anche il virologo Fabrizio Pregliasco, dell’Università statale di Milano, che assicura che «le pandemie del passato non hanno dimostrato danni neurologici sul feto a seguito del contagio della madre».
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