Il pensiero acritico: la malattia delle giovani generazioni 2.0

giovani di oggi

Tra computer, smartphone, tablet e tv, le nuove generazioni vengono sommerse da informazioni e stimoli con il rischio di una parcellizzazione dell’attenzione: è l’allarme lanciato da un gruppo di 40 professori italiani del newtork Atena della fondazione Pubblicità Progresso che sarà al centro di una convegno organizzato dall’Università Cattolica di Milano in cui si parlerà di come arginare il fenomeno nel mondo della scuola.

I ventenni di oggi, con il loro linguaggio povero e mal strutturato, tendenza al nozionismo, alla disattenzione, alla mancanza di stimoli ad approfondire, rischiano di ammalarsi tutti della stessa malattia: il pensiero acritico.

Non vogliamo rifiutare il progresso, ma sarebbe imprudente ignorare come l’uso non appropriato (o compulsivo) di questi mezzi possa generare effetti collaterali anche gravi“, spiega al Corriere della Sera Alberto Contri, docenti di Comunicazione Sociale allo Iulm di Milano.

Qual è il problema degli studenti della generazione iPad? Spiega la dottoressa Renata Kodilja, docente di Psicologia Sociale dell’Università di Udine a Gorizia: “È in atto una modificazione dei processi cognitivi dovuta all’allenamento del pensiero che oggi è condizionato dall’uso di Internet. Ho visto un grande cambiamento nei ragazzi, soprattutto negli ultimi anni. Fanno fatica a stabilire l’ordine di priorità degli argomenti e non colgono l’esistenza di un’architettura e di una logica dei pensieri. Hanno tanti elementi di spunto, ma niente che li metta insieme, nessuna un’ipotesi di lavoro. Studi dimostrano che già a sette-otto anni un bambino è autonomo sulla Rete conclude quindi bisogna intervenire già durante i primi anni di scuola elementare“.

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