Non ci sarebbe nessuna equivalenza tra percettori del reddito di cittadinanza e Neet. A smentire la teoria secondo la quale chi non studia e non lavora sia un “aficionados” dell’assegno mensile, introdotto dal governo Conte, ci pensa la ricerca Monitor Fase 4, frutto della collaborazione tra AreaStudi Legacoop e Prometeia. Secondo il report “Il reddito di cittadinanza in relazione agli occupati a basso reddito (working poor) e ai giovani inattivi (Neet)” tra i beneficiati del reddito ci sarebbero solo 61mila Neet.
I dati sui giovani
Nella ricerca si evidenzia come il Rdc abbia raggiunto il 25% di giovani fino a 17 anni di età e appartenenti a nuclei familiari in precarie condizioni economiche e il 14,6% dei giovani tra i 18 e i 29 anni. Un’attenzione particolare va inoltre riservata al gruppo 15-29 anni, al cui interno si trovano i cosiddetti ”Neet”, i giovani inattivi, né occupati né inseriti in un percorso di istruzione o di formazione. Un fenomeno diffuso in tutta Europa ma particolarmente marcato in Italia (circa 2 milioni di Neet, con un divario di circa 10 punti percentuali annui, nel 2021 il 23,1% nel nostro Paese contro il 13%).
Numeri contenuti
I Neet sono tra i potenziali percettori del reddito di cittadinanza, in quanto rientrano nella categoria degli “occupabili’”, almeno per la parte di coloro che hanno concluso il ciclo di studi obbligatorio. Il modello di simulazione di Prometeia stima che la percentuale dei Neet che hanno ricevuto il Rdc sia pari al 15,5% dei percettori della classe di età 18-29 anni. Applicando questa percentuale ai numeri ufficiali si ottengono circa 61mila individui un fenomeno dalle dimensioni contenute, tenendo comunque conto che questi Neet non sono necessariamente quelli che richiedono la misura, ma anche componenti di nuclei beneficiari.
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