Sono arrivati con tanto di tute bianche e cartelli-sandwich. Sembrano gli adepti di una setta per via di quell’aria un po’ seriosa e per quella uniforme che li fa sembrare tutti uguali, tutti bianchi dalla testa ai piedi con enormi cartelli appesi al collo per denunciare tutto quello che secondo loro proprio non va bene.
Le tute li rendono anonimi in quanto persone perché loro preferiscono far parlare solo le loro idee, quelle appese proprio sui cartelli che portano. Sono gli “invisibili”, un movimento già diffuso in altri pesi d’Europa, che ora arriva in Italia e precisamente investe in questi giorni la Sapienza grazie ai gruppo di umanisti “I Corvi” che si sono fatti conoscere negli anni per il loro impegno nei confronti di questioni umanitarie e ambientali.
Ma cosa fanno di preciso questi “invisibili”? Semplice, sfilano. Camminano in fila indiana facendo mostra degli slogan scritti su cartelloni che portano appesi avanti e dietro stile “sandwich”, ed a una prima occhiata sembrano quasi l’istallazione vivente di un artista d’arte contemporanea.
In realtà combattono, e lo fanno come “i Corvi” sono soliti, ovvero con la non violenza. Combattono quello che non ritengono giusto e quindi sui loro cartelli troveremo slogan per il disarmo nucleare, per lo smantellamento immediato degli arsenali nucleari e per la pace nel mondo. Gli “invisibili” hanno sfilato in via nazionale lo scorso 18 febbraio e arriveranno nei prossimi giorni anche tra i giardini della città universitaria.
“I Corvi”, inoltre, hanno organizzato un incontro, fissato per il 17 marzo nella facoltà di Fisica della Sapienza, per approfondire i temi trattati dagli “invisibili”: la conferenza si intitola “Meglio attivi oggi che radioattivi domani” e vedrà la partecipazione anche di alcuni docenti.
Per vedere i video delle precedenti manifestazioni degli invisibili si può visitare il sito www.icorvi.net.
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