Emergenza gas, la scuola è salva: niente Dad o chiusura il sabato. In classe i termosifoni giù di un grado

Il Consiglio dei Ministri si appresta a varare gli interventi per far fronte all’emergenza energetica in vista dell’autunno. Scongiurato un intervento a gamba tesa sul mondo della scuola che quindi non vedrà un ricorso massiccio alla didattica a distanza o una rimodulazione degli orari per risparmiare sulle bollette.

Pericolo scampato, almeno per il momento. Il mondo della scuola non sarà interessato dalle misure per il contenimento dell’energia e del gas che il Governo sta per varare in vista del prossimo autunno. La conferma arriva direttamente dal ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani che ha presentato un’informativa in Consiglio dei Ministri dove è prevista esclusivamente la norma emergenziale che i termosifoni vengano accesi per un’ora in meno, e con un grado in meno, a partire da ottobre sia negli edifici pubblici che in quelli privati.

Niente interventi a gamba tesa per il mondo della scuola ed è quindi anche escluso un ritorno alla Dad così come l’ipotesi di tenere chiusi gli istituti il sabato per poter risparmiare sulle bollette energetiche. Si spengono così le polemiche che negli ultimi giorni avevano infiammato il dibattito sul ritorno in classe in vista del nuovo anno scolastico. Una decisione che trova, per adesso, tutti d’accordo e che era stata in qualche modo anticipata anche dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi nel corso di un’intervista rilasciata proprio questa mattina su RadioUno.

“La decisione del Governo di non chiudere le scuole il sabato (o fare ricorso alla dad) o accorpare orari per ridurre i consumi energetici è un’ottima notizi” ha commentato il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli. “Siamo contenti che la scuola venga tutelata e che gli orari delle lezioni non saranno interessati da eventuali provvedimenti legati al costo dell’energia. Lo abbiamo detto fin da subito – ha aggiunto Giannelli – il diritto allo studio dei nostri studenti è, e deve rimanere, prioritario. Avevamo chiesto che la questione fosse affrontata e chiarita perché la complessa programmazione degli orari potesse essere effettuata in vista dell’inizio dell’anno scolastico. Si tratta di una questione che coinvolge milioni di famiglie nel nostro Paese”.

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