Covid, torna lo spettro della dad a scuola. E aumentano i casi tra i più piccoli

Lo scorso anno con l’inizio delle lezioni i casi tra i piccoli da 0 a 9 anni erano stati di + 14.678 mentre quest’anno sono + 25.096

“Mai più dad” aveva assicurato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ad inizio anno scolastico riguardo il ritorno in presenza nella scuola. I fatti, però, devono smentirlo: con l’aumeto dei contagi della quinta ondata di Covid-19, in poche settimane sono aumentate esponenzialmente le classi in quarantena e proprio il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità ha segnalato l’aumento dei casi nella fascia d’età inferiore ai 12 anni: “Segnalati 31.365 nuovi casi nel periodo 8-21 novembre”.

Dad, l’allarme dei presidi

Già nelle scorse settimane i presidi avevano denunciato come i nuovi protocolli della quarantena non venissero di fatto applicati: “Ingestibili da parte di scuole e famiglie – aveva dichiarato la presidente Anp Lazio, Cristina Costarelli – sono stati immaginati in un momento inopportuno, con un calo di contagi, mentre oggi ci troviamo ad affrontare una nuova impennata”. La preside del Newton aveva anche spiegato la cosa: “Quando c’è anche un solo positivo in classe, tutti i compagni devono fare due tamponi, uno subito e uno al quinto giorno. E le scuole devono raccogliere tutti questi dati, tra chi manda subito l’esito del test, chi il giorno dopo, chi non lo fa proprio. Fino a quanto l’iter non termina, non si può tornare alla normalità”. Di fatto la classe è, quindi, in quarantena.

In Lombardia, in due settimane, si è passati da 842 contagi (dal 1 al 7 novembre) a 2.542 (21 novembre) con 902 classi a casa. In Friuli Venezia Giulia sono cresciuti i casi di classi in dad alle superiori dove da 26 della scorsa settimana si è passati a 64. Intanto in Campania si pensa ad un ritorno alle lezioni online per tutti almeno per un mese a partire dall’8 dicembre. Molti uffici regionali o non hanno ancora i dati completi o non vogliono parlare con la stampa senza il consenso del ministero, come in Sicilia. La tensione degli amministrativi ricorda quella dell’inverno scorso.

I dati delle quarantene

Intanto il contagio galoppa, soprattutto tra i minori non ancora vaccinati. I dati dell’Iss non lasciano adito a dubbi: tra il 1 settembre 2020 e fine ottobre dello scorso anno e del 2021 si registra nel 2021 il 15,3% (+ 7.022) in più di contagi tra i bambini e i ragazzi di 0-19 anni. Nel dettaglio lo scorso anno con l’inizio delle lezioni i casi tra i piccoli da 0 a 9 anni erano stati di + 14.678 mentre quest’anno sono + 25.096. Tra i ragazzi tra 10 – 19 anni i casi nel 2020 erano aumentati do + 32.367 mentre quest’anno sono incrementati di + 27.971.  In Lombardia i più colpiti sono i bambini della primaria: tra i 6 e i 10 anni l’incidenza è di 276 contagi mentre la scorsa settimana era di 157. Al 21 novembre nella regione guidata da Attilio Fontana, erano 15.305 gli studenti a casa. Se guardiamo a Milano, si è tornati ai livelli di fine febbraio, inizio marzo del 2020 con 539 classi (9.886 allievi) a casa. Anche in Piemonte – secondo i dati forniti dalla Regione – sono le primarie a soffrire maggiormente con 98 classi in dad; seguono le medie 67 classi; le superiori 48 e infine l’infanzia dove solo 34 sezioni sono a casa.

Persino il ministro Patrizio Bianchi sembra essersi rassegnato tornando, agli Stati Generali della Scuola digitale, ad elogiare la dad: “Il Covid ha imposto la capacità di usare il digitale. Ma è partita l’onda irrazionale di caccia alla strega della dad. Credo che noi con coscienza e scienza dobbiamo essere attenti nel capire cosa è successo e come potere andare avanti. L’alternativa alla dad era l’assenza”. Fu lo stesso ministro a dichiarare il suo consenso al vaccino per i più piccoli: “Se ci danno l’ok con tutte le rassicurazioni del caso”.

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