Coronavirus e scuole chiuse: per 4 studenti su 10 «la preparazione è a rischio»

L’indagine di Laboratorio Adolescenza: i più preoccupati sono i maturandi (42,2%) e le ragazze che in genere sono più brave (41% contro il 31% ragazzi)

Scuole chiuse, chissà fino a quando, e l’emergenza coronavirus che diventa ogni momento più drammatica. E si sta trasformando anche in emergenza sociale. A farne le spese rischiano di essere proprio gli adolescenti per i quali la socialità è l’essenza della vita. Laboratorio Adolescenza ha attivato, in queste ore, una sorta di filo diretto con loro attraverso un breve questionario online. Il sondaggio è partito da Milano grazie alla collaborazione di uno studente del quinto anno del Liceo Marconi di Milano, Riccardo Senatore, e di gruppi di studenti – prevalentemente del Liceo Berchet e dell’Istituto Varalli, sempre di Milano – per poi estendersi a tutta Italia grazie anche alla preziosa collaborazione di tanti insegnanti e dirigenti scolastici con i quali Laboratorio Adolescenza è in contatto per la propria attività di ricerca. In poco più di 24 ore sono già arrivate 2500 risposte che crescono di ora in ora. L’indagine – come tiene a specificare Carlo Buzzi, ordinario di Sociologia all’Università di Trento, Direttore scientifico dell’area ricerca di Laboratorio Adolescenza e membro del Comitato Scientifico di Istituto IARD – non può essere considerata rappresentativa dal punto di vista strettamente statistico, essendo le risposte indotte da processi autoselettivi, ma la numerosità dei rispondenti consente certamente di misurare le tendenze, fornendo importanti indicazioni su come il fenomeno del Coronavirus sia vissuto dai giovani in età adolescenziale (il 93% delle risposte provengono da giovani con meno di 20 anni).

La rivincita dei social

La breve indagine, oltre ad aver affrontato argomenti più strettamente legati alla prevenzione del coronavirus, si è incentrata sui temi della socialità e della scuola. Le abitudini di vita degli adolescenti – anche al di là della chiusura delle scuole – sono cambiate molto per il 44,7% e parzialmente per il 41%. Solo l’8% afferma che tutto è rimasto come prima. E mentre il 23% già soffre una riduzione delle relazioni sociali con gli amici, il 68,2% compensa il vedersi meno con un incremento dei contatti attraverso i social. Una sorta di riscatto dei «vituperati social», perché smartphone e computer sono gli unici ambienti certamente «virus-free» che ci consentono di salvare lavoro, studio e socialità. E il tedioso lamento dei genitori «passa le ore a casa col telefonino in mano invece di uscire», è diventato, d’un tratto, un auspicio.

Scuole chiuse e preparazione a rischio

Ma l’emergenza coronavirus che impatto può avere, secondo gli adolescenti, sulla loro preparazione scolastica che si è giocoforza trasferita – con la comprensibile confusione iniziale – dai banchi alle piattaforme online? Il 37,8% (la maggioranza relativa) immagina un impatto molto negativo; il 30% ritiene che le conseguenze negative saranno limitate; il 4% di ottimisti dice «nessuna». Si aggiunge un ulteriore 28,3% che afferma di non saperlo prevedere. Le più preoccupate sono le femmine (molte conseguenze negative per il 41% delle ragazze vs il 31% dei maschi). Naturalmente la preoccupazione aumenta con l’aumentare della fascia d’età: teme molte conseguenze negative il 35,7% dei 14-16enni e il 42,2% dei 17-19enni, fascia d’età in cui rientrano gli studenti dell’ultimo anno con la maturità che incombe. «Preoccupazione comprensibile da parte loro – afferma Alessandra Condito, Dirigente Scolastica del liceo scientifico Einstein di Milano – ma dobbiamo assolutamente tranquillizzarli. Tutti, dal Ministero in giù, sono assolutamente consapevoli della situazione di straordinaria emergenza in cui stiamo vivendo e saranno prese tutte le iniziative perché questa vicenda non abbia ricadute né sulla loro preparazione né sugli esami».

Coronavirus, parliamone

Naturalmente, anche per i giovani l’argomento del giorno è il coronavirus: ne parla spesso con gli amici il 60,8%, ma ne parlano soprattutto a casa con i genitori (80,6%). Con gli insegnanti, che se ne parli o meno, il coronavirus è una sorta di convitato di pietra costantemente alla base di tutto il lavoro che si sta facendo da casa. «Grande serietà e partecipazione dei ragazzi anche nel rispondere al questionario di Laboratorio Adolescenza – sottolinea Daniela Faraone, insegnante del liceo Farnesina di Roma – perché iniziative come questa, dove si chiede direttamente il loro parere, li fanno sentire coinvolti e non solo spettatori di una situazione fino a pochi giorni fa inimmaginabile». Il monitoraggio di Laboratorio Adolescenza continuerà nei prossimi giorni per registrare le tendenze rispetto a questo dato iniziale e i risultati saranno disponibili, oltre che su Corriere Scuola, anche sul sito di Laboratorio Adolescenza.

corriere.it

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