Concorsone scuola: niente domande nozionistiche; gli aspiranti docenti non dovranno rimettersi a studiare sui libri. Dopo l’approvazione del DDL La Buona Scuola cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sul concorsone che darà l’opportunità a tutti gli esclusi dalle 100 mila assunzioni previste dalla riforma di ottenere una cattedra in tempi relativamente brevi.
In particolare, nella giornata di ieri, il governo ha accolto un ordine del giorno proposto da Simona Malpezzi (PD) che prevede di “escludere la valutazione delle conoscenze nozionistiche e disciplinari già valutate in seguito al conseguimento della laurea e del titolo abilitante”.
In arrivo, quindi, prove decisamente più pratiche rispetto a quelle che hanno caratterizzato l’ultimo concorso scuola (quello del 2012): a cambiare, probabilmente, saranno la prova preselettiva (ma non è detto che stavolta venga introdotta) che nel 2012 consisteva in una serie di quesiti di logica, comprensione del testo, competenze digitali e linguistiche, e quella scritta, all’ultimo concorso si trattava di quattro domande aperte a carattere appunto nozionistico e disciplinare. Rimarrà, invece, invariata con ogni probabilità la prova orale, consistente in una simulazione di docenza.
“Nel 2012 c’era una platea sconfinata – speiga Simona Malpezzi – Quell’impostazione, con tante domande nozionistiche e una prova preselettiva dalla forte scrematura, era l’unico tipo di concorso possibile. Ora le cose sono cambiate”.
“In Italia abbiamo corsi di abilitazione di valore – continua la firmataria dell’ordine del giorno – Possiamo dare per scontato che gli abilitati siano in possesso delle necessarie competenze, non chiederemo ai nostri docenti di rimettersi sui libri a studiare. Studieremo delle prove per valutare la capacità d’insegnamento degli insegnanti. L’assunzione non dipenderà più da dei quiz dove conta soprattutto saper rispondere velocemente”.
Al momento non è ancora possibile sapere come queste indicazioni troveranno riscontro nel bando del concorsone che, stando alle intenzioni del Miur, dovrebbe essere pubblicato entro il 1° dicembre 2015.
In attesa c’è un popolo di circa 150 mila precari della scuola, composto esclusivamente da abilitati tramite Tfa, Pas, diplomati magistrali e congelati Ssis (gli unici ammessi al concorso). In palio ci sono circa 60 mila cattedre da assegnare nei prossimi tre anni.
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