Su certi argomenti le opinioni non hanno un colore. Neanche l’appartenenza politica ha segnato confini netti sulla morte di Eluana Englaro. Nelle università le voci che si sono levate rispecchiano il sentire personale, specchio solo di un’opinione propria e non di un ateneo intero. Alla Cattolica, invece, le opinioni (come era prevedibile) convergono.
“Privata non soltanto di acqua e cibo, ma del conforto dell’accompagnamento che a ogni morente è dovuto, Eluana ha cessato di vivere vittima di molte e colpevoli decisioni e azioni umane” è la dura nota del Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica di Milano, diretto dal professor Adriano Pessina. “La coscienza morale non tace – prosegue la nota – e ognuno può, da solo, valutare le proprie responsabilità, personali e pubbliche, in questa vicenda che ha trasformato alla radice il senso stesso dell’assistenza socio-sanitaria e della vita civile”.
Fa eco la nota di Roberto Colombo, membro dello stesso Comitato: “La repentina morte di Eluana Englaro, a soli quattro giorni dal trasferimento nella clinica di Udine per la progressiva sospensione dell’alimentazione e della idratazione, ha sorpreso e riempito di sgomento tutti noi. La inusuale rapidità con la quale è sopraggiunto il decesso, mentre ogni sforzo era in atto per sottrarla a questo ingiusto destino – afferma Colombo – pone degli inquietanti interrogativi, soprattutto a chi ben conosce la resistenza di un organismo umano in buone condizioni generali di salute – quale era quello di Eluana – alla deprivazione di acqua e sostanze nutritive. Mentre affidiamo alla pace eterna questa figlia del nostro popolo e preghiamo per lei e per coloro che la piangono, non possiamo esimerci dal chiedere che si faccia luce, con discrezione ma anche con obiettività, sulle cause prossime della sua morte, perché altri possano essere un giorno sottratti a questo atroce dolore innocente”.
Nella notte a Torino, invece, l’Onda ha detto la sua. “Colpo di Chiesa, colpo di Stato” è la frase scritta su tre striscioni comparsi sulla sede della Curia, del Pdl e nel sottopasso di via Nizza e firmati dal ‘Fantasma dell’onda’, il movimento anonimo nato nell’ambito della protesta contro la riforma dell’Università e che questa volta è tornato a farsi sentire portando la sua voce nel caso di Eluana Englaro.
“Stanotte il fantasma dell’onda ha colpito di nuovo – si legge in un comunicato diffuso dopo l’azione – il suo gelido alito di morte politica si è riversato, indignato dall’attacco alla Costituzione della Repubblica Italiana, sulla sede del Pdl, della Diocesi e nel sottopasso di via Nizza. Il dolore dei morti – prosegue il comunicato – risveglia e richiama i fantasmi così che possano agire sul reale scuotendo le coscienze dei vivi. Il fantasma rivendica il diritto al critico, ponderato, libero pensiero di ogni individuo, la vera arma rivoluzionaria di questa epoca”.
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