Apprendistato, si fa sul serio: "Da settembre nuova sperimentazione nazionale"

Perché l’apprendistato di tipo professionalizzante continua ad essere la forma contrattuale di gran lunga più frequente e rimane alquanto modesta la diffusione delle altre due forme di apprendistato legate ai titoli di studio? Come intervenire affinché il numero degli iscritti alle attività formative per queste tipologie di  apprendistato possa finalmente crescere in tutto il nostro Paese? Se n’è parlato oggi in sala stampa alla Camera, a Roma, durante la presentazione del XV Rapporto di Monitoraggio sull’Apprendistato condotto dall’ISFOL su incarico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Tra i presenti, oltre all’On. Luigi Bobba, al presidente Isfol Antonio Varesi e al sottosegretario Salvatore Pirrone, anche l’assessore al lavoro della Regione Lazio, Lucia Valente.
Insomma, cosa è cambiato negli ultimi 2 anni? Il Rapporto consente di apprezzare l’impulso all’occupazione in apprendistato registrato nel 2014, con un’inversione di tendenza significativa: le assunzioni sono cresciute (durante tutto il 2014) del 4,4 %. “La percentuale, seppur non elevata, evidenzia l’efficacia delle politiche di Governo, a partire dal Decreto Poletti della primavera del 2014” – ha commentato Luigi Bobba, Sottosegretario di Stato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
I dati più confortarti riguardo i contratti di apprendistato riguardano la cessazione e la durata. Dal 2010 al 2012, infatti, il numero dei contratti cessati era del 12,3 %. L’ultima rilevazione, quella del 2013 si fermava al 3 %. Un calo di quasi 10 punti percentuali, che influisce sulla durata dei contratti.
Grazie alla collaborazione con l’INPS, si è potuto acclarare che nell’arco del 2014 sono stati 70.158 i lavoratori il cui rapporto di lavoro risulta trasformato da apprendista a tempo indeterminato. “Un numero da tener bene in considerazione”- ha sottolineato Bobba.  Dei 492.492 contratti in Italia, l’apprendistato di tipo professionalizzante continua ad essere la forma di gran lunga più frequente (91 %). E non mancano le differenze tra le Regioni: si passa, infatti, dal tasso di copertura del 51, 3 % al Nord Est riguardo il rapporto tra apprendisti formati e occupati, al mero 7,8 % del Mezzogiorno.
In ultimo, il capitolo degli apprendistati legati all’alta formazione e ricerca, che sono rimasti sostanzialmente invariati negli ultimi 2 anni, passando dai 508 del 2013 ai 582 del 2014.
“Dobbiamo concentrare la nostra attenzione sugli apprendisti che continuano il loro contratto, sfruttando quella che è la fidelizzazione tra l’imprenditore e il lavoratore e favorendo un innalzamento delle competenze” – ha continuato Bobba. “Il decreto Poletti, in questo senso, ha funzionato”. “Nel 2003 abbiamo cambiato natura, concentrando il lavoro sui giovani” – ha esordito il presidente Isfol, Antonio Varesi. Su Garanzia Giovani, invece, si è concentrato Salvatore Pirrone, Direttore Generale per le Politiche attive, i Servizi per il lavoro e la formazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: “Stiamo concentrando la nostra attenzione sui NEET. Il sogno è quello di eliminare la N (Not engaged in Education, Employment or Training) e di trasformare i giovani in occupati. In questo senso Italia Lavoro ha lanciato il programma AMVA (Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale) che intende promuovere l’applicazione del contratto di apprendistato per incrementare i livelli occupazionali dei giovani nel mercato del lavoro italiano. In particolare l’obiettivo è quello di sostenere e diffondere gli strumenti volti a favorire la formazione on the job e l’inserimento occupazionale di giovani che si trovano nello stato di svantaggio”. Al momento il programma riguarda circa 6.000 ragazzi con 35 botteghe dei mestieri. L’obiettivo immediato è quello di lanciare un progetto in più regioni, arrivando a 100 botteghe.
In coro, Bobba, Varesi e Pirrone hanno detto basta agli apprendistati come “mere visite in azienda”. “E’ il momento di sfruttare fino in fondo questo strumento che rappresenta una sponda per le aziende ai fini dell’assunzione. Con queste nuove modalità, infatti, il contratto di apprendistato diventa quello più vantaggioso per le imprese: non ci sono più scuse” – ha detto Bobba.
Da settembre, insomma, si parte. Prende il via, infatti, la sperimentazione sull’apprendistato in tutta Italia, con fondi che superano i 100 milioni di euro, “che andranno direttamente alle imprese sotto forma di agevolazioni fiscali”. Entro due anni si avranno i primi risultati. Si spera positivi.
I dati del XV Rapporto sull’Apprendistato Varesi_Rapporto apprendistato
La riforma dell’Apprendistato Bobba_Rapporto apprendistato
 
APPRENDISTATO, ECCO L’INFOGRAFICA
apprendistato_infografica_8_luglio
Raffaele Nappi
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