A Camerino, i Rettori italiani firmano la nuova Carta Europea dei Ricercatori

Ieri all’Università di Camerino, i rettori delle Università italiane e i rappresentanti dell’Istruzione e della ricerca superiore europei si sono riuniti per tirare le somme dell’accordo che, dieci anni fa, ha portato alla Carta europea dei ricercatori e del Codice di Condotta per il loro Reclutamento e per rilanciare una nuova convenzione per garantire crescita, opportunità e trasparenza ai ricercatori impegnati negli Atenei italiani.
Al convegno, nella Sala della Muta del Palazzo ducale, presente anche il Commissario Europeo per la Ricerca Carlos Moedas, che ha espresso grande soddisfazione per l’iniziativa: “E’ un onore per me salutarvi ed esprimere un plauso per questi dieci anni di continuo impegno del sistema universitario italiano. È infatti grazie al vostro supporto per l’adozione e l’implementazione della Carta e del Codice che stiamo facendo dell’Europa il laboratorio del mondo. I nostri migliori “cervelli” hanno bisogno di condizioni di lavoro che siano adatte al ventunesimo secolo, ciò significa mobilità e flessibilità. Voi avete iniziato questo processo di cambiamento in Europa, dando grandi opportunità di mobilità ai ricercatori che hanno potuto così far parte delle vostre istituzioni di eccellenza. Ancora congratulazioni ed immaginate cosa potete raggiungere nei prossimi dieci anni”.
Al termine dell’evento i Rettori delle università italiane hanno firmato la “Camerino Declaration” come nuova presa d’impegno all’implementazione della HRS4R (Strategia per le Risorse Umane per i Ricercatori). Tra i principi sottoscritti, un sistema di assunzione per ricercatori che sia aperto e basato sulla trasparenza e sul merito; una capillare diffusione della cultura dell’accoglienza di ricercatori europei e di paesi terzi, con la prospettiva di agevolare la circolazione di talenti a livello internazionale; una efficace attenzione alle politiche e pratiche in materia di parità ed integrazione di genere nella ricerca.
L’Italia fu il primo Paese che si impegnò formalmente ad adottare la Carta europea dei ricercatori e il relativo codice di condotta il 7 luglio 2005 proprio a Camerino. Ed è proprio da Camerino che la Conferenza dei Rettori delle Università italiane ha voluto che ripartisse un nuovo momento di riflessione e confronto, per individuare e segnalare ritardi e incertezze, ma anche per evidenziare buone pratiche ed esempi a cui uniformarsi.
Positivo il commento di Stefano Paleari, Presidente della CRUI, che ha sottolineato: “Oggi Camerino è la capitale di tutto il mondo. Siamo riuniti per celebrare la progettualità di tutte le Università italiane, rispetto alla quale la Conferenza dei Rettori svolge un ruolo di coordinamento e valorizzazione, progettualità intensa che ha uniti le Università italiane e sta unendo anche l’Europa. Unire e ambire sono due verbi che non possono andare in termini disgiunti: se chiamassimo Europa ciò che unisce e ciò che ambisce allo stesso tempo, riprenderemmo a costruire le nostre fondamenta”.
“Dobbiamo trasformare quello che firmiamo oggi in azione politica – ha proseguito Paleari – Abbiamo bisogno di una Europa dei ricercatori nella misura in cui i ricercatori in Europa si sentano a casa loro. L’anomalia della distribuzione delle risorse che i singoli Paesi hanno non può essere esaltata dalle regole europee. La regolamentazione deve essere tale per cui le regole del gioco valgano per tutti, non è infatti possibile competere con un numero differente di giocatori. Competere infatti significa porsi un obiettivo comune e cercare di raggiungerlo”.
 
Qui sotto le immagini del Convegno di ieri, all’Università di Camerino:
commissario
 

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