Accademie di Belle Arti e ISIA, un mondo sconosciuto a molti

Intervista a Giovanna Cassese Presidente della Conferenza Nazionale dei Presidenti e Direttori Isia

Cassese: “Studiare in un’Accademia di Belle Arti o in un ISIA è un’esperienza entusiasmante”


1. Presidente Cassese, ci può spiegare qual è l’opportunità formativa degli Isia, cosa si studia da voi?

Da noi si studia Design a 360 gradi! Gli ISIA sono istituzioni statali nel comparto dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica del Ministero dell’Università e della Ricerca e si fondano sulla centralità della ricerca e della sperimentazione. Sono state le prime Istituzioni pubbliche in Italia deputate a rilasciare titoli di valore universitario, rappresentando un’importante peculiarità e una via tutta italiana per la formazione nel design nelle sue più varie declinazioni. Fortemente radicati nel territorio e interpreti del genius loci, gli ISIA sono stati istituiti all’inizio degli anni Settanta grazie al contributo di importanti personalità della cultura italiana, come Giulio Carlo Argan e Bruno Munari, dopo una prima fondazione a Monza nel 1922 come Università delle Arti Decorative. Quella degli ISIA è certamente una delle esperienze più singolari ed interessanti del panorama della formazione in Italia nel mondo del progetto. Cinque Istituti, cinque esperienze didattiche nel campo del Design, autonomi ma legati dalla stessa origine e filosofia formativa: hanno sede a Faenza, Firenze, Pescara, Roma ed Urbino. Un’esperienza di eccellenza che negli ultimi quaranta anni ha marcato significativamente il panorama della professione e della cultura del progetto, un sistema molto noto fra gli addetti ai lavori, che ha saputo nel tempo tenere fede ad una vocazione di serietà e di impegno nella formazione dei progettisti del futuro. Tantissimi sono i designer di fama che si sono formati negli ISIA, tantissimi i professionisti affermati che continuano ad insegnare negli ISIA!  Gli ISIA hanno la loro storia e guardano al futuro e si distinguono nel variegato panorama di istituzioni che formano i designer come Accademie di Belle Arti, Università e numerosissime scuole private, molte dei quali con corsi accreditati da parte del MUR, che rilasciano titoli di studio equipollenti alla laurea magistrale in design.  Proprio alla luce di questa ampia offerta formativa nel settore del design sempre più in espansione, è necessario conoscere e valorizzare l’unicità degli ISIA in quanto luoghi di eccellenza di una didattica sperimentale e laboratoriale fondata su una visione multidisciplinare e trasversale del design in cui la progettazione è intesa come relazione tra conoscenze e competenze specialistiche diverse, ma in dialogo continuo. Istituzioni in cui lo studente è al centro! 

2. Quali sono le figure professionali che preparate per il mondo del lavoro e quelle più richieste?

Negli Isia si formano i designer: designer di prodotto, di comunicazione, dei servizi, designer dei beni culturali… tantissime sono oggi le declinazioni del designer nel mondo contemporaneo. E sono figure sempre più richieste non solo dall’industria ma nell’ambito della comunicazione, dei musei, delle istituzioni culturali. Ma negli Isia si formano anche fotografi, art director, illustratori. Oggi  non ha più davvero senso fare la differenza tra design del prodotto e di comunicazione: sono facce della stessa medaglia. Il design ha reso l’Italia famosa nel mondo attraverso il Made in Italy che coniuga le ragioni dell’estetica con quelle della funzionalità e include anche le esperienze del plurisecolare artigianato italiano nelle sue declinazioni tanto radicate nei diversi luoghi d’Italia. Il design oggi è un mondo complesso e affascinante e partecipa a pieno titolo alla sfera delle industrie culturali e creative su cui l’Italia del futuro dovrà investire di più, perchè è fattore identitario della sua storia e sicuramente consente sviluppo sociale, economico e culturale. 

Gli Isia hanno rapporti costanti con il mondo dell’industria e della produzione, ma anche con artigiani, maker, con artisti e intellettuali, istituzioni culturali, giornali, case editrici, gallerie e musei. Mi piace ricordare che Ursula von der Leyen, a margine del suo discorso al Parlamento Europeo, ha presentato da subito il progetto di istituire New Bauhaus, per un’Europa sostenibile facendo riferimento al valore simbolico di quella che è stata la scuola di arti e design più famosa del XX secolo e di cui si è appena celebrato il centenario, il Bauhaus, e credendo nel grande potenziale delle arti e del design per progettare in maniera multidisciplinare un mondo migliore. Speriamo che l’Italia torni a credere presto che la creatività, la fantasia, l’immaginazione, la cultura del progetto, siano i fattori determinati per il suo futuro e per la salvaguardia e la piena valorizzazione della sua stessa identità.  I giovani ci credono poiché le iscrizioni ad Accademie ed Isia continuano ad aumentare negli ultimi anni e le nostre istituzioni attraggono studenti da tutto il mondo.

3. Quali conoscenze ed inclinazioni dovrebbe avere un/a giovane che si avvicina ai vostri Istituti?

È una professione quella del designer che si sceglie per passione e oggi anche con la coscienza di voler partecipare al grande progetto etico di voler concorrere a progettare un mondo nuovo ed ecosostenibile. Chi sceglie gli ISIA crede nello studio laboratoriale, nel learning by doing, è curioso di conoscere il mondo attraverso una disciplina di frontiera come il design che è luogo di incontro tra saperi umanistici e scientifici, tra conoscenze teoriche e pratiche.

Forte selezione all’ingresso, corpo docente costituito da professionisti del settore, stretto collegamento con le realtà produttive, interdisciplinarità, sperimentazione e ricerca sono le caratteristiche salienti degli ISIA che oggi propongono una offerta formativa articolata sul sistema universitario 3+2, rilasciando Diplomi Accademici di primo e secondo livello equiparati ai Diplomi di Laurea di primo e secondo livello. Sono scuole dai piccoli numeri e dai grandi progetti!

Per la loro particolarità didattica, sostenuta con passione da Giulio Carlo Argan che ha inteso queste istituzioni come “comunità di ricerca”, gli ISIA rappresentano un modello formativo unico nell’affollato panorama di Scuole e di Corsi di design e sono luoghi di eccellenza di una didattica sperimentale e laboratoriale, fondata su una visione multidisciplinare e trasversale del design, in cui la progettazione è intesa come relazione tra conoscenze e competenze specialistiche diverse. In questi anni gli ISIA hanno operato con successo in settori strategici per favorire lo sviluppo e l’innovazione di prodotti, processi, servizi, ponendo particolare attenzione ad alcune emergenze, prima fra tutte la necessità di tutela dell’ambiente e delle risorse naturali: un ottimo esempio di come la didattica learning by doing possa costituire la soluzione vincente per una offerta formativa che sappia anticipare i bisogni della società, attenta a una progettazione etica per  un mondo ecosostenibile, in un’ottica di sviluppo armonico.  Gli ISIA mettono in campo strategie e azioni per la crescita e il posizionamento internazionale dell’Italia nell’ambito delle industrie culturali e creative poiché creatività e innovazione sono essenziali al progresso della ricerca tecnologica e allo sviluppo del Made in Italy. 

Nei diversi territori gli ISIA costituiscono una grande risorsa per la produzione e la promozione della cultura. Il loro genius loci ha definito nel tempo un bagaglio di conoscenze e pratiche capaci di valorizzare le città e i territori di appartenenza con azioni di terza missione.  Le stesse sedi degli ISIA sono beni culturali e rappresentano un patrimonio dinamico, essenziale alla formazione dei designer del futuro.  Allocati in monumenti identitari nel cuore delle città che li ospitano, hanno all’interno anche biblioteche e archivi specializzati di grande interesse per la qualità e la specificità dei materiali e delle collezioni poco reperibili altrove.

Gli ISIA costituiscono un grande patrimonio materiale e immateriale in Italia per vivacità, apertura e visione di futuro che li configurano come comunità aperte di didattica e ricerca fondate sul dialogo con la complessità del contemporaneo e ciò consente di ottenere risultati eccellenti anche in ambito internazionale. L’Isia di Faenza, per esempio, che ho l’onore di presiedere dal 2016 è una punta di diamante, un’eccellenza ed è l’unica che diploma in design ceramico di I e II livello, oggi che c’è un grandissimo ritorno e una grande fortuna della ceramica a livello internazionale, materiale privilegiato da artisti e designer. La formazione anche in questo settore deve tornare ad avere la sua centralità nella filiera del contemporaneo e questo non è sempre scontato anche se tanto si è fatto negli ultimi anni con la partecipazione a fiere internazionali come Il Salone del Mobile e l’invito al Salone Satellite nel 2019 o l’organizzazione di workshop, mostre, convegni e pubblicazioni coinvolgendo anche designer, artisti ed intellettuali di rilievo internazionale. È necessario esaltare l’unicità degli ISIA, in quanto luoghi di eccellenza di una didattica sperimentale e laboratoriale fondata su una concezione multidisciplinare e trasversale del design, dove teoria e prassi sono le facce di un’unica medaglia.
Quest’anno gli ISIA saranno presenti per invito anche alla Biennale di Venezia/ Architettura nel Padiglione Italia dedicato alle Comunità resilienti e si presentano come un brand per la formazione dei designer del futuro.  

4. Quanto la tecnologia e il digitale stanno cambiando il mondo delle industrie artistiche?

La tecnologia e il digitale hanno già profondamente cambiato tutto il mondo delle industrie artistiche, ma molti cambiamenti stanno avvenendo proprio in questo ultimo torno d’anni. La digitalizzazione continua e progressiva del mondo ci pone anche una serie di domande e impone riflessioni anche sui saperi tradizionali e sulle tecniche artistiche e la necessità che non si perdano i know –how e vengano tramandate al futuro. Pensiamo, per esempio, alla grande riscoperta del disegno, alla centralità della mano, proprio negli anni in cui si è iniziato a progettare con il computer. I social network e la rete sono realtà imprescindibili da anni nell’insegnamento delle arti e del design da tanti punti di vista e per molteplici ragioni. La rete non è solo strumento o elemento imprescindibile per nuove forme di comunicazione, ma materia viva per il lavoro di progettazione e creatività sia dei designer che degli artisti. La rete cresce e si sviluppa attraverso il designer e il designer cambia volto grazie alla rete. Il digitale svolge quindi un ruolo complesso ed oggi la didattica del design e delle arti è impensabile senza pensare alla rete, che non è solo la rete di internet, ma metaforicamente diventa la rete dei saperi delle mille interconnessioni del mondo contemporaneo e futuribile. La rete e i social sono medium, oggetto e destino stesso della formazione artistica contemporanea e il contributo è grandissimo delle giovani generazioni di creativi: basti solo pensare ai corsi di nuove tecnologie o design della comunicazione, progettazione multimediale, alle mille applicazione della prototipazione 3D e alle stampanti digitali! Sta cambiando davvero tutto. E questo è il grande fascino di studiare design o arte in questa nostra epoca. 

5. Lei ha trascorso tutta la vita nelle Accademie di belle arti, cosa direbbe ai giovanissimi che sono appassionati di arte, ma che temono di non realizzarsi professionalmente, di non trovare lavoro?

 Carissime ragazze e ragazzi non abbiate paura!! Le accademie sono un universo con un grande futuro davanti, sono luoghi per guardare lontano. Oggi nelle Accademie, dopo la Riforma del 1999 si può scegliere tra ben 11 Scuole diverse, da Pittura, Scultura, Decorazione e Grafica d’Arte nel Dipartimento di Arti Visive; a Scenografia, Nuove Tecnologie dell’Arte, Cinema, Fotografia e Televisione, Produzione Artistica per l’Impresa Fashion , design della Comunicazione, Product design) , Restauro nei suoi  vari indirizzi nel Dipartimento di arti Applicate;a Didattica dell’Arte o Valorizzazione del patrimonio contemporaneo nel Dipartimento di Comunicazione e didattica dell’arte. Praticamente in Accademia si formano tutti coloro che vogliono lavorare nei diversi campi delle arti e della comunicazione artistica e si formano i formatori nell’ambito dell’educazione artistica. E si rilasciano diplomi equiparati alle lauree di I e II livello.

Le Accademie sono luoghi magici, beni culturali esse stesse, istituzioni culturali a tutto tondo cariche di storia e di know-how, di patrimoni materiali e immateriali, atte a produrre cultura e cittadinanza, nel senso di appartenenza ad un’identità che è culturale nel senso più pieno del termine. Sono un’eccellenza del Paese, un modello formativo antico (la prima Accademia d’arte è nata nel Rinascimento in Italia con Vasari) e di particolare fascino e richiamo per artisti in formazione da tutto il mondo. Le Accademie all’interno dei loro spazi possiedono enormi patrimoni funzionali ad una moderna didattica delle arti: Gallerie, Gipsoteche, Fototeche, Gabinetti Disegni e Stampe, Archivi e Biblioteche di grandissimo pregio. Studiare in un’Accademia di Belle Arti in Italia o in un ISIA in Italia è sicuramente un’esperienza entusiasmante e coinvolgente.

6. A breve ci saranno gli esami di maturità, qual è il suo messaggio ai ragazzi che si apprestano alla scelta? 

Carissimi ragazzi stiamo vivendo una crisi epocale, questa crisi pandemica che ha stravolto tutti ed anche il vostro ultimo anno e mezzo di scuola, dobbiamo trasformarla in una grande opportunità: è affidato a voi il compito di progettare un mondo nuovo, resiliente ed ecosostenibile. È essenziale credere nel futuro, Cambiamo strada, per dirla con il titolo dell’ultimo volume del filosofo Edgar Morin, credere nella cultura e in una “testa ben fatta” per un vero sapere critico e per “guardare oltre”, dal titolo dell’ultimo libro di Marco Senaldi. Vi invito a scegliere con attenzione e senso di responsabilità il vostro futuro, a credere nelle vostre passioni e a fondarvi sul vostro impegno e sulla vostra creatività per trovare la vostra strada: nella vita il lavoro è essenziale non solo come fonte di sostentamento. Il vostro lavoro potrà essere anche una passione vera della vostra vita, un modo per esprimervi e per relazionarvi con gli altri. Fate la scelta giusta concentrandovi sulle vostre passioni e sulla vostra visione di futuro. Io ve lo dico per esperienza, poiché sono felice per il lavoro che faccio nelle istituzioni di Alta Formazione Artistica in Italia (Accademie ed ISIA in particolare) da oltre trent’anni: è stata per me una grande opportunità sia umana che professionale!

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