Valditara: “Estendere modello Its a tutte le scuole per colmare il gap con il mondo del lavoro”

Il ministro dell’Istruzione parla al Sole 24 Ore di una nuova sfida del mondo scolastico che si deve avvicinare di più a quello del lavoro, anche attraverso una riforma dell’orientamento. “E per figure specifiche di docenti che mancano ad un determinato territorio si deve poter attingere dal mondo delle imprese”.

Superare il divario tra domanda e offerta di lavoro mettendo la scuola in contatto con il proprio territorio, sulla scia di quanto già si fa con gli Its. È questa l’idea del ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara lanciata oggi in un’intervista pubblicata da Il Sole 24 Ore. Valditara ha affrontato diverse tematiche: dalle recenti polemiche sulla sua proposta di negare il reddito di cittadinanza a chi non conclude il percorso di studi obbligatorio, ad una sua visione rinnovata di orientamento, passando per il docente tutor e il collegamento tra scuola e imprese.

“Rdc? Per chi non studia è paghetta immeritata”

“Innanzitutto, credo che vada restituito ai ragazzi il diritto allo studio che non hanno avuto e non per colpa loro. Per me è fondamentale responsabilizzare i giovani, dare loro una prospettiva di futuro. A chi mi ha dato del ‘disumano’ dico che è disumano non rendersi cura di loro – ha spiegato Valditara – Ci sono centinaia di migliaia di ragazzi che non si formano, non studiano, non cercano un lavoro. E noi cosa facciamo? Stiamo zitti e in più gli diamo il reddito di cittadinanza come se fosse la paghetta immeritata?”.

Le due direttrici da seguire

Necessario, quindi, per Valditara unire il più possibile scuola e mondo del lavoro attraverso un percorso che deve seguire obbligatoriamente due direttici. “La prima è quella dell’orientamento che consenta alle famiglie di avere le informazioni necessarie per scegliere consapevolmente ciò che è meglio dal punto di vista formativo per i propri figli- Ed è per questo che entro dicembre manderò una lettera a tutti i genitori dei ragazzini di scuola media, per far conoscere quali sono le offerte professionali più interessanti nelle loro regioni e le retribuzioni medie. Ma punto anche sui docenti che devono essere i consiglieri della famiglia indicando ai genitori le potenzialità dei ragazzi – ha spiegato Valditara – La seconda riguarda il docente tutor che va inserito in una logica di team. In ogni scuola immagino dei docenti particolarmente formati dal punto di vista psicologico, pedagogico e anche disciplinare che si facciano carico, in cooperazione con i docenti della classe, di quei ragazzi che hanno più difficoltà e anche di quelli che si annoiano in classe perché sono talmente bravi che hanno bisogno di altri stimoli”.

Dialogo costante con il territorio

Il ministro dell’Istruzione poi parla anche del modello da seguire per cercare di accorciare il divario che esiste tra domanda e offerta di lavoro: quello degli Its e del reclutamento dei suoi docenti. “Innanzitutto, per specifici profili di docenti che mancano in quella scuola e sono fondamentali in quel territorio, si deve poter attingere alle professionalità offerte dal mondo delle imprese. Esattamente come avviene per gli Its. E poi dobbiamo adeguare le qualifiche formative delle scuole che, magari per inerzia, continuano a offrire qualifiche che al territorio non interessano – specifica – Da qui il grande dialogo tra la scuola e il territorio, tra la scuola e le associazioni di categoria. Immagino anche tra la scuola e gli Its. Per far funzionare gli Its, che non possono essere delle monadi, serve una grande filiera sul modello tedesco. Ovviamente bisogna investire nelle dotazioni infrastrutturali ed è per questo che uno dei miei primi atti ha riguardato il decreto con i criteri di riparto per i 500 milioni sui laboratori Its, risolvendo un immobilismo che durava mesi. Solo investendo nelle infrastrutture diamo quel salto di qualità che serve all’istruzione tecnica e professionale”.

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