“Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro”. Il governo interviene sul pasticcio MIUR-MEF

insegnanti italiani

 

“Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti”. Lo si è deciso nel corso di una riunione a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza.

150 euro era infatti  la somma chiesta agli insegnanti italiani da parte del ministero dell’Economia per restituire gli scatti stipendiali già percepiti nel 2013, che aveva suscitato non poche polemiche tra i sindacati e il governo stesso.

Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza si era schierata al fianco del corpo docenti italiano: “Ho chiesto al ministro Saccomanni di sospendere la procedura di recupero degli scatti stipendiali per il 2013” – aveva scritto ieri sul suo profilo Twitter.

La questione sembra toccare anche l’interno dei partiti: nella giornata di ieri il Pd ha inviato al ministro Carrozza e al premier Enrico Letta una lettera – petizione, che in poche ore ha raccolto online migliaia di adesioni.

“Il recupero delle somme relative agli scatti degli stipendi del personale della scuola è un atto dovuto da parte dell’amministrazione”, si difende il ministero dell’Economia in una nota ufficiale. In effetti è in vigore un provvedimento che ha esteso in pratica il blocco degli scatti a tutto il 2013.

La questione risale, in effetti, a qualche anno fa, quando il governo Berlusconi prima, e quello Monti poi, bloccarono di fatto gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto collettivo di lavoro.  E così, l’aumento di stipendio nel triennio 2010 – 2012 non si è visto. Ma arriva il colpo di scena. Grazie al recupero del 30 % dei risparmi effettivi derivanti dalla riforma Gelmini il primo scatto viene pagato. Lo stesso accade con il secondo scatto, dopo la firma di un accordo sindacale che ha consentito di recuperare più di 250 milioni di euro dal Mof, il fondo per il Miglioramento dell’offerta formativa.

Il ministero dell’Istruzione aveva trovato i fondi per pagare agli insegnanti anche il terzo scatto, recuperando più di 120 milioni di euro. Ma ecco il coup de theatre: a settembre il governo Letta blocca – in maniera retroattiva – anche lo scatto del 2013. Niente da fare. Tutti gli insegnanti dovranno restituire “con recupero a decorrere dalla mensilità di gennaio 2014 con rate mensili di 150 euro lorde, fino a concorrenza del debito”.

Restava da pagare lo scatto del 2012, per il quale il ministero dell’Istruzione aveva trovano 120 milioni di euro. E dal 2013 tutto ritornava come prima. E così è stato: coloro che hanno maturato l’incremento di stipendio dal primo gennaio 2013 se lo sono ritrovato in busta-paga.

I circa 300.000 insegnanti coinvolti, insomma, dovranno rifare i conti con lo stato: e poco cambia l’aggiunta del ministero delle Finanze, che assicura un importo irpef più basso.

La questione ha sollevato l’attenzione anche da parte di Matteo Renzi. Il segretario del Pd si è espresso chiaramente: “A me non interessa il rimpasto, ma se il ministero dell’Economia richiede indietro 150 euro agli insegnanti io mi arrabbio”. E ancora: “Non stiamo su ‘Scherzi a parte’. Non puoi dare dei soldi e poi chiederli indietro”.

“Al governo non tornano i conti, e alla fine sono i lavoratori a pagare” – commentano dalla CGIL. LA Gilda, invece, minaccia lo sciopero generale: “Il Governo – dice Rino Di Meglio – è sempre pronto a mettere le mani nelle tasche dei cittadini ma se la prende comoda quando si tratta di ridare ciò che è dovuto. Riteniamo totalmente inaccettabile il prelievo forzoso deciso dal ministero dell’Economia nelle buste paga degli insegnanti già ridotte all’osso e doppiamente penalizzate dal mancato rinnovo del contratto e dal blocco degli scatti 2013”.

Anche gli insegnanti sono infuriati: “Boicottiamo le elezioni europee” – propone Maria, che se la prende anche con i sindacati: “Difendono solo le loro poltrone”. Altri, invece, se la prendono direttamente con il ministro Carrozza: “Non possiamo fare sempre noi la parte degli allocchi”. Con l’annuncio di pochi minuti fa da parte del governo, la questione sembra risolversi definitivamente.

Raffaele Nappi

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