Roma Tre, talk show di Floris e Scalfari

L’Università di Roma Tre ha ospitato ieri, 22 marzo 2010, la terza tappa del Giro d’Italia 4×4 organizzato da Giovanni Floris, conduttore di Ballarò,

Il “Rapporto tra comunicazione, istituzioni e giornalismo” è la triade rappresentativa della nostra contemporaneità.
L’Università di Roma Tre ha ospitato ieri, 22 marzo 2010, la terza tappa del Giro d’Italia 4×4 organizzato da Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, in sostituzione delle puntate cancellate durante il periodo della par condicio. L’incontro è stato introdotto da Francesca Cantù, docente di Storia Moderna, e da Paolo Nepi, presidente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione.
Due ospiti si sono confrontati sulla convergenza tra politica e informazione, di fronte a una platea di studenti e appassionati: Eugenio Scalfari, fondatore ed editorialista della Repubblica e Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della sera. Floris ha scelto l’Università come “piazza” e non a caso la sede di Lettere, Filosofia e Comunicazione per riflettere sugli avvenimenti legati al mondo dell’informazione e sui suoi problemi concreti.
«Che campagna elettorale è una campagna senza talk show in tv?» chiede Floris a Battista, il quale sottolinea come si sia verificato: «un sopruso verso chi non può andare in onda, non può criticare, né essere criticato. In realtà la campagna elettorale dovrebbe essere una festa della democrazia, un confronto vivace ed appassionato».
Floris rivolgendosi a Scalfari domanda come sia stato possibile arrivare a questo “stop”. «La par condicio è nata per limitare il potere mediatico e ora questa vocazione alla legalità è stata portata all’estremo, diventando ossessiva». La vera par condicio è disporre «di un ventaglio di libere voci e rendere non eleggibile, come capo di stato, un proprietario televisivo».  
Molte le domande e le curiosità emerse da parte degli studenti: in un’informazione intrecciata alla politica quanto conta la libertà del singolo giornalista? Perché i talk politici sono stati “censurati”, mentre i telegiornali continuano a dare notizie “falsate”? In che forme si manifesta l’autocensura nel giornalismo italiano? Infine, nell’evoluzione del giornalismo, quanto è politicamente corretto ricercare voti attraverso i network?
La sfida è recuperare la libertà di ricerca e di informazione nel rispetto di tutte le voci e delle fonti informative, risvegliando la passione alla coscienza civile, scevra da connotazioni ideologiche.
 
 Maria Francesca Luziatelli e Tiziana Petruzzelli

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