Trovare lavoro: un viaggio dentro se stessi

La flessibiità dell lavoro sta portando a una cronicizazzione della precarietà esistenziale. Leggiamo insieme il “Trovalavoro. Manuale di Sopravvivenza”.

Le trasformazioni che hanno interessato gli ultimi anni il mondo del lavoro, e in particolare la flessibilizzazione dei contratti d’impiego, hanno accresciuto la sensazione di incertezza e sfiducia  nei giovani e meno giovani. Se per alcuni questa situazione può rappresentare una sfida e un’opportunità per la maggior parte delle persone l’ingresso o il ricollocamento nel mondo del lavoro generano disagio e precarietà
“La nostra cultura del lavoro è conservatrice e stanziale, ma è anche rigida, poco flessibile, poco capace di adattarsi ai nuovi scenari economici e sociali”scrive Paolo Natale, docente di metodologia della ricerca sociale e analisi dei sondaggi alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano, nella sua prefazione al nuovo libro di Richard Bolles “Il TrovaLavoro. Manuale di Sopravvivenza”. Occorre quindi un nuovo modo di intendere il lavoro. Sviluppare capacità di dialogo con il cambiamento e imparare ad affrontare transizioni e passaggi risulta indispensabile oggi per costruire il proprio progetto professionale. In questo contesto l’idea stessa di identità professionale cambia. Diviene importante così saper valorizzare le occasioni che si incontrano, sviluppare un progetto consapevole di sé ed essere consapevoli delle reti di relazioni su cui ciascuno può contare.
In primo luogo è importante compiere una sorta di “viaggio dentro se stessi” realizzando una auto-valutazione dei propri punti di forza e dei valori che si reputano importanti per la professione futura.  Un vero e proprio bilancio delle competenze dove emergeranno insieme alle conoscenze tecniche e specialistiche che abbiamo acquisito durante i percorsi di formazione anche competenze sociali trasversali quali l’autonomia, l’adattabilità, la cooperazione, le capacità decisionali e comunicative. Se si è alla ricerca di un posto di lavoro  – Bolles ha individuato 18 modi differenti per cercare un’occupazione* – prima o poi arriva il momento del colloquio in cui si deve parlare faccia a faccia con qualcuno, proponendosi in modo convincente, “vendendo” al meglio le proprie abilità e la propria professionalità. Dopo avere risposto ad inserzioni, inviato curricula, raccolto informazioni e fatto telefonate, quando si viene convocati per un colloquio sia ha la sensazione di essere finalmente giunti alla meta, ma ancora non è così, questa è una tappa fondamentale.
Come prepararsi al colloquio
Per prepararsi al colloquio è utile informarsi accuratamente e raccogliere quanti più elementi possibili circa l’azienda, il profilo richiesto e il selezionatore. E’ necessario prepararsi alla situazione che si sta per affrontare immaginando vari scenari e simulando vari interventi, fino a rendere spontaneo e naturale il proprio atteggiamento.
Ecco le operazioni principali da compiere per prepararsi al meglio al colloquio:
organizzare in modo organico tutte le notizie e il materiale a propria disposizione (per esempio costruire tabelle si sintesi da consultare rapidamente); simulare un colloquio; preparare ed esporre le scalette degli argomenti da trattare (rileggere e memorizzare il proprio curriculum esercitandosi a spiegarne il contenuto e chiarendo l’obiettivo della propria ricerca); cronometrare i tempi i cui vengono esposte le informazioni, raccontare le esperienze di studio e di lavoro (importante la capacità di sintesi, evitare troppi particolari e dettagli che vengono dimenticati, essere concisi).
Le tipologie di domande poste frequentemente dal selezionatore sono per lo più di tre tipi: personali, per capire le caratteristiche del candidato (capacità e disponibilità ad imparare, maturità, valori e interessi, sicurezza di sé, ecc.); professionali volte ad accertare, per chi ha già avuto un’esperienza professionale di qualunque tipo, le capacità acquisite, la posizione ricoperta, le competenze necessarie a svolgerla, i risultati ottenuti e i punti deboli e infine quesiti inerenti l’iter formativo che tendono ad approfondire la preparazione del candidato, il tipo e il livello di conoscenze tecniche acquisite e la coerenza del percorso di studi. Durante il colloquio il selezionatore cerca di maturare un’idea chiara su alcune caratteristiche del candidato: le capacità espressive e comunicative e l’attitudine all’ascolto; la motivazione; l’energia e la costanza; lo spirito d’iniziativa; i rapporti interpersonali; la disponibilità a fare sacrifici; la resistenza allo stress.

*18 differenti modi di cercare lavoro
1 Stilare un inventario di se stessi. Prima di ogni altra cosa, compilare un inventario completo delle proprie competenze trasferibili, dei propri interessi  e di quello che piace e si sa fare meglio, così da poter definire in modo preciso il tipo di lavoro più consono alle proprie caratteristiche (o più di uno).
2 Internet. Servirsi del web per spedire il proprio curriculum e/o cercare offerte di lavoro, sia direttamente sui siti delle aziende che cercano personale che su quelli che raccolgono le offerte.
3. La rete sociale. Chiedere ad amici, parenti o altre persone che si frequentano informazioni e consigli.
4. La scuola. Chiedere indicazioni a ex insegnanti o, quando ci sono, ai servizi per l’occupazione delle scuole (superiori, professionali, università) che avete frequentato in passato.
5 I servizi pubblici. Rivolgersi ai centri per l’impiego ( ex uffici di collocamento).
6 Agenzie per il lavoro. Rivolgersi ad agenzie per il collocamento e di intermediazione private.
7. Concorsi pubblici. Partecipate ad un concorso per ottenere un impiego nella pubblica amministrazione.
8. I giornali. Rispondere agli annunci pubblicati sui giornali, o sui loro siti.
9. Riviste di settore. Consultare quelle inerenti alla propria professione o ai propri campi di interesse, rispondendo a ogni annuncio che catturi la propria attenzione.
10. Lavoro temporaneo. Consultare le offerte di lavoro delle agenzie che offrono contratti in aziende che hanno bisogno di determinate competenze per periodi brevi, per vedere se c’è qualche offerta adatta al proprio profilo professionale. La speranza è lavorare, esperienza dopo esperienza, per un’azienda che in futuro possa proporvi un contratto a tempo indeterminato. Male che vada, si acquisisce un’esperienza in più da inserire nel curriculum.
11. Reclutamento diretto. Recarsi presso particolari angoli di strada, sindacati o altri luoghi dove le persone vengono reclutate direttamente dai datori di lavoro per occupazioni di breve durata, all’aria aperta e di tipo manuale, che potrebbero portare a collaborazioni più stabili col passare del tempo. Nessun lavoro è troppo umile quando si ha bisogno di lavorare.
12. Associazioni di lavoratori. Iscriversi a un’associazione di lavoratori, o fondarne una, che consenta lo scambio di consigli e  supporto morale. Consultare la Camera di commercio locale, gli sportelli di orientamento, le associazioni di categoria, i patronati.
13. Curriculum. Inviare curriculum alla cieca a tutte le aziende che si trovano nell’area geografica di proprio interesse.
14. Scegliere i posti che interessano. Bussare alla porta di tutti i datori di lavoro, le aziende, gli uffici, i negozi e di tutte le imprese di proprio interesse, stiano essi cercando ufficialmente collaboratori oppure no.
15. Le pagine Gialle. Usare l’indice delle Pagine Gialle per definire cinque o dieci soggetti, settori o interessi professionali che risultino accattivanti e che nello stesso tempo siano presenti nel luogo dove si vive, o dove ci si intende trasferire, e poi chiamare o visitare di persona le aziende che operano in queste aree.
16. Il volontariato. Fare, quando è possibile a livello finanziario, del volontariato per un periodo limitato presso un’azienda di proprio interesse, anche se al momento non sta cercando collaboratori. Strada facendo questa azienda potrebbe decidere di assumervi.
17. Lavorare per se stessi. Iniziare una piccola attività in proprio, commerciale o di servizio, dopo aver studiato la zona in cui si intende operare per capire cosa manca e cosa può essere utile.
Ivana Berriola

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