“Cari colleghi professori, ricercatori e personale scolastico dell’università e del ministero, care famiglie, carissimi studenti, desidero innanzitutto farvi i miei migliori auguri affinché le vostre feste siano serene e felici, e lo sia altrettanto il prossimo anno”. E’ con queste parole che il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha iniziato la sua lettera destinata agli studenti . Il contenuto visibile per intero solo sul sito del MIUR, è imperniato su due tematiche: mancato finanziamento all’università ed edilizia scolastica. La fine dell’anno e del mandato ministeriale devono poi aver spinto Profumo a non fermarsi a dei semplici auguri di buone feste, ma anche a tracciare un bilancio del suo operato partendo dagli insuccessi, dalle questioni irrisolte.
“Occorre riconoscere – dice il ministro- e me ne assumo per intero tutta la responsabilità politica e morale, che nonostante i miei sinceri sforzi non sempre questo impegno è stato capito, raramente è stato valorizzato, quasi mai ha rappresentato una priorità per il Paese e le sue classi dirigenti. Basti pensare al mancato stanziamento di 300 milioni per il fondo di finanziamento ordinario delle università, un errore strategico che pregiudica il funzionamento dell’intero sistema della formazione superiore. Oppure ricordare come anche quest’anno si sia ritenuto di chiedere alla scuola, nonostante i tagli e le carenze di risorse e investimenti subiti negli ultimi anni, una riduzione delle risorse complessive”.
Non mancano i buoni propositi, primo fra tutti che nel prossimo anno si riconosca l’istruzione come una priorità del Paese. A tal proposito, dice: “Abbiamo tutti lavorato duramente. Le nostre fatiche acquistano un senso speciale perché sono per lo più rivolte a voi studenti e ai nostri figli e nipoti. Questo senso del futuro è una bussola di cui il Paese non può privarsi senza correre il rischio di smarrirsi. Il mio augurio per il prossimo anno è dunque quello che esso venga compreso e raccolto da chi viene dopo di noi. Anche su questo, potrete contare su di me”.
Giovanna Padalino