Cellulari che squillano, violazioni dell’anonimato, commissari senza tesserino d’identificazione, caos nell’assegnazione dei posti e durante la consegna dei quiz. Succede tutto questo durante il test d’ingresso di Medicina sostenuto da Cristina, aspirante camice bianco catanese che ci ha inviato una lettera in cui segnala piccole e grandi irregolarità di cui è stata, suo malgrado, spettatrice.
Una situazione che, stando alle numerose proteste che stanno accompagnando il dopo test, si è verificata con modalità simili in altri Atenei di tutta Italia. Invitiamo pertanto i lettori di CorriereUniv a segnalarci eventuali irregolarità all’indirizzo [email protected]
Ecco in allegato la lettera di Cristina.
Catania – 09 Aprile 2014
Sono Cristina, ho 28 anni e abito in un paese in provincia di Catania e ieri ho partecipato al test di ammissione per Medicina
Vi scrivo perché spero possiate diffondere le notizie delle irregolarità che sono state presenti a Catania ieri, come da sempre, come di sicuro in tutte le facoltà, durante la prova di ammissione per i test di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria determinando purtroppo, il futuro infausto di parecchi di noi che a questo sogno di entrare tra quei posti ci credono davvero e ci sperano da tanto tempo, per porre fine a questa selezione senza criterio logico.
08 Aprile 2014, Centro Fieristico “Le Ciminiere”, Padiglione C2, Settore V, Primo Piano: …
All’ingresso troviamo l’addetto al controllo sicurezza che ci fa passare attraverso il metal detector ma che al suono dello strumento fa mettere in disparte per ulteriori e giusti controlli. Arriva il mio turno e anche io vengo sottoposta ad ulteriori controlli come gli altri, allora ho pensato tra me e me: “-guarda un po’, qua le cose sono diventate serie, ora mi tocca levare gli stivali come all’aeroporto…”. Così mi passa il metal detector portatile lungo tutto il corpo e si accerta da dove proviene il suono. Incriminata, è l’altezza stivale, e sì, perché ad aprile gli stivali alti si possono indossare; presa coscienza che la colpa del suono è da attribuire proprio alla scarpa, badiamo bene, alla scarpa non a qualche oggetto presente sulla restante parte del corpo; l’addetto senza approfondire ulteriormente il controllo mi lascia passare come tanti altri concorrenti. E Nò!, non è proprio come all’aeroporto, li si che fanno levare le scarpe perché mi insegnano che dentro ci potrei nascondere di tutto.
Sono state distribuite delle buste quasi trasparenti per inserire l’anagrafica e mantenere così l’anonimato, ma anonimato di cosa non si è capito, basta appena pressare la busta su foglio che traspaiono tutti i dati e codice identificativo della prova. Ma andiamo avanti; commissari senza cartellino identificativo; e fin qui può andare dato che alcuni ormai li conosciamo poiché da anni si vedono tra i banchi durante i test.
Ma secondo me il problema è un altro; …passati dal controllo metaldetector, dopo esserci accomodati ognuno dove voleva, nel posto che più riteneva propizio, un po’ prima dell’inizio della prova ufficiale nelle aule “blindate”, la vocina che ci ha dato il benvenuto in aula in filodiffusione ha spiegato le modalità concorsuali specificando così: “…Pena annullamento della prova…non è possibile introdurre in aula …cellulari….”; a questo punto temo di essermi confusa, -“ma non ha aggiunto: …tranne gli addetti ai lavori” mi sono chiesta? E si perché appena mi sono seduta e man mano si riempiva il settore dove mi trovavo, io avrò contato almeno un sei, sette addetti alla sorveglianza e ognuno di loro era in possesso del proprio cellulare, ma nell’era moderna si sa: chi compra più un orologio, c’è il cellulare, quindi perché non introdurlo in un’aula dove è severamente vietato introdurre cellulari e qualsiasi dispositivo elettronico solo perché serve a guardare il tempo che scorre? Cinque minuti prima dell’inizio della prova, il Presidente a tutti i commissari infatti ha dato l’ordine…: ”-Sincronizzate gli IPhone…e al mio segnale…si da il via alla provai”. Ah! Quindi è solo la funzione orologio che era impostata ieri in tutti i telefoni dei commissari? NO’! Perché una volta che hai il telefono in mano che fai? lo usi, ti passi il tempo, perché 100 minuti per chi guarda è un tempo infinito, per noi vola senza rendercene conto, così i commissari si sono messi a ricevere telefonate e mandare SMS durante la prova e il tutto indisturbati, mentre passavano tra i banchi a controllare noi poveri disperati che quel cellulare avremmo voluto brandire per avviare Google trovando le risposte; sì, ma magari la ricerca l’hanno fatta proprio loro mentre ci controllavano, sicuramente per conoscenza personale o magari per quei pochi eletti che di sicuro non saranno mancati? La tecnologia è bella perchè giorno d’oggi, con gli smartphone le foto si scattano in un clik, e d’alttronde noi da seduti non possiamo vedere lo schermo di un commissario in piedi davanti al nostro banco, magari la ricerca su Google l’ha proprio fatta il commissario leggendo dalla foto, perché non puoi leggere sul foglio di uno studente. Ore circa 11,10 e 11,30 si sente echeggiare tra le varie alee la suoneria di un cellulare (chiamata), poi dopo ancora suono breve..ti-tin (sms), poi ancora; che cattiva che sono, cosa vado a pensare, in un mondo così privo di corruzzione e favoritismi dove l’unica grande regola è: La Meritocrazia.
Quel che è certo, è che suonerie di tutti i generi di continuo, hanno parecchio disturbato chi cecava di mantenere la concentrazione, di sicuro hanno disturbato me.
Un commissario, nominato tutor di un ragazzo disabile, avente giustamente diritto ad un tutor e a trenta minuti in più rispetto agli altri concorrenti per lo svolgimento della prova, come previsto dalla legge, ha lasciato solo il proprio assistito diverse volte per tutto il tempo dello svolgimento della prova ma solo perché era troppo impegnato a controllarci ma perché era troppo impegnato a mandare sms passeggiando qua e la e fermandosi con il cellulare tra le mani tra i banchi. Lo ha lasciato addirittura solo dopo la fine della prova per “noi”, chiusa dopo 100 minuti, in valia di suggerimenti dettati dalla voglia dopo il calvario, di scoprire quali risposte erano state azzeccate. Quindi la funzione dei commissari dura solo i 100 minuti di svolgimento della prova?
Ovviamente dò “meno importanza” al fatto che a fine prova, con l’anagrafica in busta chiusa, gli studenti si sono alzati, mescolati tra di loro, con i commissari dileguati dopo il ritiro delle penne, e alla consegna. . .bè chissà se ognuno a consegnato il proprio compito o ha avuto tutto il tempo di scambiarselo con chi di dovere?
Ovviamente io ero solo seduta in un banco di uno degli anfratti del settore V….chissà altrove cosa sia successo.
Credo queste non siano modalità serie di svolgimento per una prova cosi importante da decidere il futuro di una persona. E’ SEMPLICEMENTE VERGOGNOSO, purtroppo credo che quando un sistema fa acqua da tutti i lati, e i tappi si mettono solo dove conviene e quando lo si ritiene opportuno, questo dovrebbe essere cambiato.
Cristina
AGGIORNAMENTO – Arrivata in redazione un’altra segnalazione relativa ai test di Medicina svolti a Catania. Ecco la testimonianza di Chiara:
Mi chiamo Chiara, ho 19 anni e anche io il giorno 8 Aprile ho svolto il test di Medicina al centro fieristico Le Ciminiere di Catania.
Io e le persone sedute accanto a me abbiamo sentito ripetutamente il cellulare di un “controllore” che suonava, emettendo il classico suono di “whatsapp”. Per quasi l’intera durata della prova. Siamo rimasti basiti, ma non abbiamo potuto fare nulla in quel momento perché ovviamente dovevamo concentrarci sul test, nonostante fossimo continuamente distratti dal fatto che qualcuno stesse messaggiando e armeggiando con un iPhone in un luogo e in un momento in cui ne era vietato l’uso.
Chissà perché, ma ormai questo non mi sconvolge poi più di tanto…
ULTIM’ORA – Riceviamo segnalazioni anche da Roma, dove una candidata, Michela Polito, descrive l’assurda situazione in cui è stata costretta a sostenere il test d’ingresso a Medicina.
Ecco un estratto della lettera di Michela:
Entrata in aula, a TUTTI i candidati era stata assegnata, come previsto, una postazione composta da banco e sedia. Dopo aver consegnato il documento personale e aver ricevuto i plichi, a me e ad altri tre candidati è stato detto che non c’erano abbastanza posti.
Io, attonita, ho chiesto come fare per svolgere la prova e mi è stata assegnata una postazione priva di banco, con il solo ausilio della sedia. Ho richiamato l’attenzione della commissione e degli altri studenti, sostenendo che a ogni candidato senza distinzione spetta un posto; nonostante le mie rimostranze mi è stato imposto di accomodarmi sulla sedia perché la prova sarebbe iniziata di lì a pochi minuti.
La commissione non ha provveduto a risolvere il problema. Solamente dopo, a prova già iniziata, mi è stato detto (interrompendo quindi lo svolgimento del mio compito) che era possibile spostarmi in un posto laterale, all’estremità del banco unico dove si trovavano altri candidati. Ho cercato con lo sguardo il banco più vicino a me e ho chiesto se era possibile sedermi lì, ma mi è stato risposto di no senza dare alcuna motivazione; invece avrei dovuto raccogliere tutti i plichi e i fogli sparsi intorno a me, attraversare l’intera aula magna e cercare di rimediare un posto, tutto questo a esame GIA’ INIZIATO. Non sapendo dove andare, alla fine io e un’altra candidata abbiamo dovuto svolgere l’intera prova con i plichi e i relativi fogli sulle gambe. Senza un banco a disposizione ho avuto grandi difficoltà, tra cui trovare le domande del compito e le possibili risposte, perdendo ulteriore tempo. Il tutto senza considerare il condizionamento psicologico dovuto a tutta quella disorganizzazione e alla conversazione con i commissari.
E’ stata una situazione inaccettabile che mi ha causato un forte disagio, condizionando l’intero svolgimento della prova.
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