Sondrio – Guardia di Finanza scopre diplomificio. Per ottenere la maturità, i ragazzi pagavano 8mila euro

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Sondrio – Nuovo diplomificio scoperto dalla Guardia di Finanza. Esami orali concordati a tavolino; biglietti con le risposte esatte passate sottobanco dai professori durante gli scritti; 7-8mila euro il prezzo medio per un diploma di maturità “facilitato”. La Guardia di Finanza di Sondrio ha stretto il cerchio intorno a due strutture private specializzate nella preparazione scolastica: il Centro studi Parravicini e l’Istituto Conoscere, entrambi con sede nel capoluogo valtellinese.

La procedura era semplice: i ragazzi venivano mandati in istituti paritari del Lazio, della Campania e della Sicilia dove avrebbero sostenuto gli esami senza incorrere in intoppi. Le scuole ospitanti si preoccupavano persino del cambio di residenza per i nuovi studenti, necessario per legge al fine di sostenere l’esame finale. I ragazzi poi non dovevano far altro che presentarsi il giorno dell’esame: i registri, infatti, venivano regolarmente falsificati. Nessun imprevisto durante gli esami: le prove orali, erano concordate tra docenti e diplomandi, mentre le risposte esatte ai compiti scritti venivano “passate” tramite bigliettini dagli stessi professori durante le prove d’esame.

La ricostruzione dei fatti è stata possibile grazie all’intervento delle Fiamme Gialle che hanno effettuato diverse perquisizioni in case private e negli istituti paritari dove i centri di Sondrio inviano gli studenti con difficoltà di rendimento. Verificate le responsabilità delle scuole, gli inquirenti hanno interrogato 150 dei ragazzi coinvolti, molti dei quali hanno confermato di aver pagato cifre intorno ai 7-8mila euro per ottenere un facile diploma e hanno fornito ulteriori indicazioni per ricostruire le pratiche utilizzate negli istituti sotto inchiesta.

Indagate, al momento, undici persone (cinque residenti a Sondrio, tre in provincia di Napoli, i rimanenti tra Milano; Roma e Napoli). I reati ipotizzati vanno dalla truffa ai danni dello Stato al falso in atti commesso da pubblici ufficiali. Al vaglio degli inquirenti ci sono le posizioni dei docenti delle scuole paritarie coinvolte.

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