Scuole paritarie, un’insegnante a Corriereuniv: “Invece dello stipendio mi hanno offerto punti in graduatoria”

Un’altra testimonianza: “Mi hanno detto che non potevano darmi lo stipendio perché non avevano fondi. Quindi avrei dovuto lavorare gratis”

“Mi hanno contattata da una scuola paritaria di Roma e invece dello stipendio mi hanno offerto punti in graduatoria senza retribuzione. Avrei dovuto lavorare gratis in cambio del punteggio. Questo è un ricatto”. Lo racconta Sara M. a Corriereuniv.it, una dei tanti insegnanti che cercano di intraprendere la strada delle scuole paritarie per accedere alle graduatorio per l’insegnamento nel sistema pubblico della scuola. Le scuole paritarie, benchè private, sono istituti che svolgono servizio pubblico e fanno parte del sistema nazionale di istruzione. Per l’anno 2023/2024 sono previsti 700 milioni di euro di fondi pubblici. ma in generale gli insegnanti, rispetto alle pubbliche, ricevono stipendi più bassi, non hanno gli straordinari  pagati, fino ad arrivare a pagamenti in ritardo o lavoro gratuito in cambio di punteggi in graduatoria.

Sara: “Entrare nelle scuole pubbliche è diventato quasi impossibile”

“Ho sempre voluto fare l’insegnante, ma entrare nelle scuole pubbliche è ormai quasi impossibile – afferma Sara – e ogni governo si diverte a cambiare i requisiti di accesso e a imporre corsi costosissimi. Così ho tentato la strada delle scuole paritarie, ma mi sono arrivate proposte allucinanti. Oltre a me, ho colleghi e amici a cui è capitato di ricevere proposte di lavoro in cambio di punteggio. Avevo inviato la cosiddetta MAD, la messa a disposizione per le supplenze, a varie scuole paritarie del territorio. Una mi chiamò per propormi 18 ore settimanali completamente gratis. Ho rifiutato perché ho una dignità, molti accettano per disperazione. Ci sono poi scuole paritarie che pagano cifre come 4 euro all’ora con contratto Co.co.co che di tutele ne ha pure ben poche”.

Lavorare in una scuola paritaria permette di acquisire un punteggio valido per scalare le graduatorie nazionali e avere la speranza di poter lavorare in una scuola pubblica. Come fanno questi istituti a garantire il punteggio per le graduatorie applicando condizioni irregolari? “Molto semplice: il contratto per l’insegnante esiste, la busta paga anche, il bonifico dello stipendio pure. Solo che una volta erogato il salario, l’istituto lo richiede indietro all’insegnante. Oppure agli insegnanti viene richiesto di pagarsi i contributi. Quindi non solo niente stipendio, ma devono pagare per lavorare”.

Anna insegna lingue e anche lei è stata contattata per un’imperdibile offerta di lavoro in cambio di punteggio: “Mi hanno offerto 12 punti in cambio di stipendio zero – dichiara al telefono a Corriereuniv.it Però i contributi me li avrebbero pagati loro, hanno tenuto a sottolinearlo forse per apparire più magnanimi. La loro scusa? Non abbiamo abbastanza fondi, però vi permettiamo di fare esperienza”.

Quali sono i contratti collettivi

I contratti collettivi nazionali applicati dalle paritarie sono diversi: il migliore è l’Agidae, utilizzato nelle scuole cattoliche, poi il Fism (per le scuole per l’infanzia) e infine quello da cui tutti rifuggono, l’Aninsei degli istituti aderenti a Confindustria. Che prevede condizioni decisamente sfavorevoli, per quanto non illegali come le proposte di lavoro gratuito in cambio di punteggio.

“Ho insegnato in una scuola paritaria – afferma Alessio, docente che ha lavorato con contratto regolare – fortunatamente non sono stato sfruttato nell’accezione peggiore del termine, anche se assunto con contratto Aninsei non avevo certo uno stipendio congruo rispetto al lavoro. Il problema è che ogni mese lo stipendio arrivava in ritardo, facevo ore di lavoro straordinario mai pagate, arrivava un acconto e il saldo a babbo morto, senza mai una data certa. Fortunatamente ora ho trovato una scuola cattolica che mi offre condizioni migliori”.

Delle condizioni contrattuali e salariali degli insegnanti delle scuole paritarie i sindacati si stanno occupando da tempo, ma la trattativa per migliorarle pare essere di difficile riuscita. La Cgil, ad esempio, da tempo chiede di rendere omogenei i contratti delle paritarie, operando ovviamente al rialzo e prendendo a riferimento l’Agidae, ma a rendere impervia la battaglia è la resistenza della controparte degli istituti consorziati ad Aninsei-Confindustria.

LEGGI ANCHE:

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

La Normale di Pisa dice no agli accordi con Israele

Next Article

Università stranieri Siena, sospesa didattica per fine Ramadan

Related Posts