Scuole al gelo, i presidi: “Guasti o malfunzionamenti, risparmio energetico non c’entra con temperature”

Crollo delle temperature e riscaldamenti rotti in classe. Negli ultimi giorni è questa la situazione in molti istituti d’Italia.

Il crollo delle temperature di questi giorni ha inevitabilmente riacceso i riflettori su uno degli annosi problemi della scuola italiana. Sono pochi, infatti, gli studenti che riescono effettivamente a godere di un impianto di riscaldamento efficiente durante le lezioni.

Non va sempre bene, però, come testimoniano i recenti casi di ipotermia – registrati nel Palermitano – che hanno interessato una studentessa della scuola primaria e una sua “collega” universitaria. Così tra coperte, giacconi e proteste prosegue il freddo inverno nelle scuole italiane. E, nonostante le continue segnalazioni, sembra non esserci soluzione per una questione che ogni anno, puntuale come un orologio svizzero, torna a disturbare le attività didattiche.

In un quadro del genere, i presidi hanno davvero poco margine di azione, con l’unica arma, veramente residuale, della sospensione delle lezioni. Sì perché, come vuole la normativa nazionale, tutti gli aspetti “strutturali” del sistema scuola passano per le mani degli enti locali. In sintesi, sono Comuni e Province ad avere l’ultima parola sugli interventi che riguardano gli impianti di riscaldamento. Con buona pace dei dirigenti scolastici che rimangono impotenti a guardare.

Presidi: “Nessun segnalazione per abbassamento temperatura per risparmio energetico”

“Non ci sono correlazioni strette, non ci risulta che gli enti locali abbiano abbassato le temperature degli impianti – o la durata di accensione – per via della crisi energetica. La situazione oggi è quella di sempre, tutto ciò che riguarda il riscaldamento non è in gestione delle scuole, ma degli enti locali. Quindi Comuni, per il primo ciclo, Province e Città metropolitane per il secondo – lo afferma Cristina Costarelli, presidnte Anp Lazio -. Quello che avviene è che gli enti locali, all’inizio dell’anno scolastico, chiedono alle scuole gli orari di apertura, ivi compreso il sabato. E poi stabiliscono un orario che, in genere, copre l’orario di attività. Il fatto che gli alunni siano al freddo può accadere per guasti o malfunzionamenti, ma non è arrivata nessuna comunicazione sul fatto che la riduzione riguardi il risparmio energetico”.

Ma possono capitare malfunzionamenti e che questi non vengano dovutamente segnalati o che l’ente locale non si attivi per sospendere le lezioni e riparare il guasto: in questo caso interviene il preside. “A me è capitato nella scuola che dirigevo in precedenza: per un malfunzionamento della caldaia ho indicato la sospensione delle attività didattiche per un giorno. Nelle aule c’era una temperatura di 14°, non era vivibile. Come primo passo avevo chiesto all’ente locale di disporre la sospensione delle lezioni: non l’ha fatto come spesso succede in queste situazioni d’emergenza. Allora sono intervenuta io, comunicandolo alle famiglie e all’Ufficio Scolastico”.

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