Un gruppo di ricercatori italiani e americani ha raggiunto un nuovo traguardo nello studio del sistema solare esterno, dimostrando come Titano si sia evoluto in maniera differente da pianeti rocciosi come la Terra, e da satelliti ghiacciati come Ganimede, i cui interni sono costituiti da strati ben distinti.
Infatti misurando le deboli spinte della gravità sulla sonda Cassini durante quattro passaggi ravvicinati di Titano i ricercatori hanno scoperto che la temperatura all’interno del satellite era troppo bassa per rendere possibile la separazione di ghiaccio e roccia. Sebbene fosse già nota la composizione in ghiaccio e roccia di Titano, è stato necessario determinare i dettagli del campo di gravità per conoscere come questi materiali fossero distribuiti al suo interno.
I risultati ottenuti sinora non indicano chiaramente se Titano abbia un oceano sotto la superficie ghiacciata, ma questa rimane un’ipotesi assai plausibile. Per poterlo determinare in maniera chiara, il team sta lavorando alla misura delle maree indotte da Saturno, un obiettivo che potrà essere raggiunto nel corso della missione, che terminerà nel 2017 con un tuffo nell’atmosfera di Saturno.
Cassini-Huygens, la più complessa e costosa missione planetaria mai effettuata, è il frutto di una collaborazione tra NASA, Agenzia Spaziale Europea e Agenzia Spaziale Italiana. La strumentazione di radio scienza della missione è stata finanziata dall’ASI e dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena.
Queste scoperte sono state effettuate da un team guidato dal professor Luciano Iess del dipartimento di Ingegneria aerospaziale e astronautica di Sapienza Università di Roma e saranno pubblicate il 12 marzo sulla rivista Science. Gli autori italiani dell’articolo su Science sono Luciano Iess, Paolo Racioppa della Sapienza Università di Roma e Paolo Tortora dell’Università di Bologna.
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