Sapienza prima al mondo per Studi classici, boom Luiss: tra le private scala 46 posizioni

La classifica dei Qs World University Ranking by Subject 2022 conferma anche il Politecnico di MIlano: quinto al mondo per Design e decimo per Architettura

Migliorano le posizioni internazionali delle università italiane nella classifica Qs World University Ranking by Subject 2022. Sono sei gli atenei nella top 10 per facoltà, 507 piazzamenti complessivi nella graduatoria stilata dagli analsti di Quacquarelli Symonds.

Degni di nota, innanzitutto, il primo posto della Sapienza per Studi classici e il boom della Luiss Guido Carli a cui spetta il miglioramento maggiore (+46 posizioni in un anno per Studi commerciali e di gestione). Buone notizie anche dal Politecnico di Milano che si conferma quinto per Design e decimo per Architettura.

Le posizioni in classifica

Il QS World University Ranking by Subject 2022 fornisce un’analisi comparativa indipendente delle prestazioni di 15.200 programmi universitari individuali presi dagli studenti di 1.543 università in 88 località del mondo, attraverso 51 discipline accademiche e cinque ampie aree di studio. Ebbene, nelle sue classifiche il QS include 56 università Italiane (con 4 new entry) che ottengono 507 piazzamenti. L’Italia é la settima nazione al mondo per numero di posti in classifica. Ed è anche la seconda in Europa sia per avere un primato mondiale (a apri merito con la Svezia) sia per il numero di piazzamenti tra le Top 10: ben sei come la Francia.

Sapienza nell’olimpo delle classiche

Esattamente come un anno fa spicca la prestazione della Sapienza di Roma che si conferma in vetta per Studi classici e Storia e nello stesso settore, al nono posto (+ 3 rispetto al 2021) troviamo la Scuola Normale Superiore di Pisa. Una menzione la merita anche il Politecnico di Milano grazie alla quinta posizione per Arte e Design e alla decima per Architettura. Completano il sestetto di atenei di casa nostra presenti nelle top 10, da un lato la Bocconi di Milano (settima in Studi commerciali e di gestione) e, dall’altro, di nuovo la Sapienza. Stavolta decima per Archeologia.

Migliora la Luiss e nuovo ingressi

A proposito di Studi commerciali e di gestione va sottolineata poi la performance della Luiss che in un anno guadagna 46 posizioni, passando in questo ramo di studi dal 105esimo al 59esimo posto mondiale. Ma la soddisfazione per l’ateneo capitolino è doppia visto che diventa la prima università in Italia per gli Studi Politici ed Internazionali, grazie alla 22esima posizione assegnatogli dagli analisti di Quacquarelli Symonds. A pesare, sottolinea una nota della Luiss, sono l’innovazione didattica, apertura internazionale, reputazione della ricerca e forte connessione con il mondo del lavoro.

In totale è l’Alma Mater di Bologna l’università tricolore con più piazzamenti (80) nel QS World University Ranking by Subject 2022. Alle sue spalle la Sapienza (75), il tandem milanese Politecnico (41)-Statale (35), e l’università di Padova con 34. Una menzione infine va alle quattro new entry di casa nostra: Accademia Nazionale di Arte Drammatica di Roma Silvio d’Amico, nel range 51-100 per Arti dello spettacolo, l’Unical per Fisica e astronomia (551-600), la “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara per Medicina (501-500) e la Luigi Vanvitelli della Campania (601-650), sempre per Medicina.

Conferme posizioni nel resto del mondo

Allargando lo sguardo al resto del mondo le università statunitensi si presentano in testa in 28 delle 51 materie classificate: Harvard e il Mit rimangono gli atenei con le migliori prestazioni, classificandosi al primo posto in dodici materie. In Europa ben 13 classifiche vedono in cima un’università britannica, con Oxford in testa in sei di queste.Anche se è l’Eth di Zurigo a rivelarsi la migliore università dell’Europa continentale, raggiungendo il primo posto in tre materie. Più in generale, sulla base della sua quota di top 10, la Svizzera si afferma come terzo miglior sistema universitario al mondo. Guardando a est una doppia segnalazione la meritano, per motivi opposti, la Cina, che è al quinto posto a livello globale per numero di programmi (100) inseriti nelle Top 50, e il Giappone, che si conferma invece in declino dopo decenni di sottofinanziamenti per la ricerca e i dottorandi.

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