Sapienza, Onda bloccata e caricata

sapienzaonda.jpgIl corteo degli studenti del primo ateneo romano, che si erano radunati stamattina a Piazzale Aldo Moro per raggiungere gli altri manifestanti della Flc-Cgil riuniti a Piazza Ss. Apostoli in occasione dello sciopero del settore, non è mai partito. Dietro allo striscione “Sciopero in Onda, libertà in movimento”, circa 300 studenti hanno sfilato all’interno della Città Universitaria ma, una volta fuori, sono stati bloccati dalle Forze dell’Ordine che hanno impedito il corteo. Momenti di tensione culminati in una serie di cariche di alleggerimento da parte di polizia e carabinieri.
Tra gli slogan, «fuori i fascisti dall’università», «contro la fine dell’istruzione pubblica» e «l’Onda è tornata ed è ancora più arrabbiata». La mancata autorizzazione alla manifestazione per le strade della Capitale si deve alla zelante applicazione del recente Protocollo di restrizione dei percorsi dei cortei a Roma varato nelle scorse settimane dalla giunta Alemanno. Gli studenti hanno tentato di forzare il cordone di polizia e carabinieri in tenuta antisommossa che li stava trattenendo all’interno dell’ateneo. Quindi è partita una prima carica alla quale gli studenti hanno cercato di rispondere con un lancio di oggetti, tra cui alcune scarpe.
«Sono state due cariche violente – ha detto Giorgio Sestili dei Collettivi universitari – dopo un corteo interno nella cittadella universitaria volevamo raggiungere pacificamente il ministero dell’Economia da piazzale Aldo Moro. La polizia ci ha però impedito di avanzare caricandoci duramente, molti di noi hanno ferite alle spalle e alle braccia». Gli studenti sono poi rientrati nella cittadella tentando di uscire dai cancelli di via De Lollis.
«Ci hanno caricati di nuovo dicendoci chiaramente che oggi non sarebbe stato permesso nessun corteo – ha continuato lo studente – questo avviene pochi giorni dopo la firma del protocollo d’intesa che limita il diritto a manifestare». Durante l’intervento della polizia gli studenti hanno risposto con un lancio di oggetti tra cui scarpe. «Ce le eravamo portate per lanciarle davanti al ministero dell’Economia come hanno fatto in Francia», ha concluso Sestili.

Manuel Massimo

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