Ritornano in piazza i ragazzi di Fridays for future: cori e striscioni per chiedere una vera svolta sul clima

Prima manifestazione per il clima dopo lo stop dovuto all’emergenza Covid. Da Bari a Milano la richiesta è maggiore attenzione da parte della politica per l’ambiente. Critiche al ministro Cingolani per le parole sul nucleare.

Da Napoli a Genova, da Milano a Bari. Dopo le restrizioni dovute alla pandemia sono tornati in piazza con il loro carico di colori e rabbia per la staticità dei governi sulla questione ambientale gli studenti dei Fridays for future. Una manifestazione nata dalla protesta di Greta Thumberg (anche lei oggi ritornerà in piazza a Berlino) e che anche in Italia prima dell’avvento del Coronavirus era riuscita a mobilitare nelle piazze delle nostre città migliaia e migliaia di giovani e studenti. Oggi i numeri dei partecipanti non sono di certo quelli del 2019 ma in molte città le manifestazioni per il clima hanno visto la presenza di tantissimi ragazzi.  

“È ora che cominci la rivoluzione”, “Cambiamo il sistema non il clima”, “Ci avete rotto i polmoni” sono solo alcuni degli slogan scelti dai manifestanti che però hanno scelto anche di denunciare temi “sociali” e legati al mondo scolastico per il loro ritorno in piazza.  “Dopo quasi due anni di didattica a distanza a causa della pandemia, pretendiamo una scuola in presenza. La vera criticità sono i mezzi di trasporto dove si creano assembramenti e per i quali nulla è stato fatto in tutto questo tempo” hanno scandito i ragazzi che si sono radunati a Bari.


Un occhio alle elezioni anche a Torino. “Invitiamo i cittadini a leggere i programmi delle diverse
coalizioni – spiegano riferendosi alle imminenti elezioni amministrative – La cosa importante non sono le vaghe promesse di intervento, ma una lista di misure precise, rapide e puntuali da adottare come un cronoprogramma che indichi di quanto è in quanto tempo devono essere abbattute le emissioni”.

Oltre 2mila persone anche a Milano per l’evento Fridays for future, dove la manifestazione è iniziata alle 9:30 dividendosi in due gruppi partiti da piazza Cairoli e porta Venezia. I due blocchi hanno attraversato parte della città per poi confluire in un unico corteo diretto alla Biblioteca degli Alberi. Anche qui molti gli slogan e i cartelli contro il governo per chiedere “basta promesse”, in particolare nei confronti del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, da parte degli studenti di Milano, città che la settimana prossima ospiterà due importanti appuntamenti come la YouthForClimate e la Pre-Cop 26.

A Napoli in piazza anche alcuni docenti che hanno sfilato in corteo fino a Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli, per ribadire che il cambiamento climatico non è un problema solo globale, ma anche locale, mentre a Genova uno dei temi caldi dello sciopero è stato quello che riguarda il pericolo dell’apertura di nuove centrali nucleari. “Due anni fa, Comune e Regione hanno firmato la dichiarazione di emergenza climatica, ma ancora non è cambiato nulla, anzi abbiamo fatto solo passi indietro. Pensiamo al nostro ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che continua a pensare al nucleare, quando gli italiani hanno votato contro. Noi, secondo il ministro Cingolani, siamo peggio dell’inquinamento e dell’innalzamento dei mari perché hanno paura di noi”.  

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