Riparte la scuola. Giannelli sulla Dad: “Ciò che non ha fatto il governo lo farà il Covid”

I governatori sfidano Chigi. E i dirigenti scolastici sono divisi sull’opportunità di rientrare in presenza. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi prevede 100mila assenze tra i docenti. Caos sul distanziamento, mentre l’83% dei bambini tra 5 e 11 anni deve ancora ricevere una dose di vaccino

Il governo ha annunciato una conferenza stampa nel pomeriggio per aggiornare gli italiani sulla situazione pandemica, nel frattempo circa 100mila dipendenti del ministero dell’Istruzione erano assenti oggi per motivazioni legate al Covid. Non solo. Secondo le previsioni di Tuttoscuola 200mila sono le classi (su 369mila) che potrebbero avere alunni in dad con casi dove quelli in presenza saranno molti meno di quelli a casa. Alle 10 è saltato l’incontro tra il ministro e le sigle sindacali della scuola. Alle 15 c’è un incontro con i presidi in prospettiva della conferenza stampa delle 18 con il premier Mario Draghi a cui parteciperà anche il ministro dell’Istruzione Bianchi.

“Le previsioni della rivista specializzata Tuttoscuola parlano di 200mila classi in Dad entro 7 giorni da oggi. Una previsione facile da fare guardando i contagi”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, a Rainews24. “Quello che il governo non ha voluto fare lo farà la pandemia – ha continuato -. A mio avviso sarebbe stato preferibile rinviare l’apertura di 2-3 settimane per raggiungere gli obiettivi che al momento non sono raggiunti. Il governo ha compiuto una scelta legittima sulla quale io non sono d’accordo. Ma questo è normale un uno stato democratico”. E i presidi lamentano i ritardi sugli impianti di areazione mai realizzati in due anni: ”Bisognerebbe farli in tutti gli istituti con i tempi che ci vogliono per effettuare dei lavori in Italia. Sono favorevole a istallare impianti di aerazione ma altro che i 350 milioni stanziati. E comunque lo devono fare gli enti locali e quindi a ciascuno il suo”.

Firenze, preside del liceo Galilei: “Viviamo alla giornata”

Al liceo classico Galileo di Firenze gli studenti sono rientrati la scorsa settimana e la preside Liliana Gilli, che è anche vicepresidente dell’associazione nazionale presidi spiega che “viviamo alla giornata e se avremo difficoltà riorganizzeremo gli orari“. Al Galileo il personale scolastico a casa è pari a circa il 5% mentre più alta, almeno il 7%, è la percentuale degli studenti in quarantena o isolamento. Anche all’istituto alberghiero Saffi di Firenze molti studenti sono a casa. “Per quanto riguarda i docenti noi non abbiamo problemi – spiega la preside Francesca Lascialfari – ma i ragazzi assenti stanno aumentando, questa mattina mi risultavano 45 in isolamento o quarantena, adesso siamo già a più di 60 perché i genitori cominciano a segnalare i casi. Vista questa tendenza ho dato disposizione di attivare le webcam in tutte le aule”.

Ancora più problematica la situazione nelle scuole primarie e dell’infanzia. “Abbiamo un pò di difficolta per le molte assenze dei docenti – afferma Maurizio Gagliardi, preside dell’istituto comprensivo Le Cure di Firenze -. Abbiamo riaperto oggi ma alcune sezioni dell’infanzia e della primaria hanno orario ridotto perché la situazione è complicata, ma noi ci stiamo impegnando per garantire la scuola in presenza”.

Il governo presenta ricorso contro la Regione Campania

Anche l’Avvocatura Distrettuale dello Stato (sede di Napoli) ha presentato ricorso presso il Tar della Campania contro l’ordinanza con la quale la Regione Campania ha deciso il rinvio dell’apertura delle scuole in presenza a causa della pandemia. Il ricorso, depositato per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri dell’Istruzione e della Salute, si affianca a quello già presentato dagli avvocati napoletani Giacomo Profeta e Luca Rubinacci.

La campagna vaccinale tra i pià piccoli

I bambini tra i cinque e gli undici anni che devono ancora ricevere una dose sono 3.055.619 ovvero l’83,58, secondo i dati del 7 gennaio forniti dalla struttura commissariale. La scorsa settimana erano l’88%. Se si proseguirà a questo ritmo si arriverà a completare le vaccinazioni solo quando la scuola sarà finita. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi ha chiesto più volte di accelerare e di fare una maggiore campagna informativa sui genitori ma finora sembra decollare poco o nulla. Intanto l’Istituto superiore di sanità lancia l’allarme: la fascia d’età tra cinque e undici anni è quella che sta registrando il maggiore incremento dei casi tra i bambini. Si rileva ancora un forte aumento dei ricoveri per i più piccoli di cinque anni, pari a oltre 10 per 1.000.000 di abitanti. Da Nord a Sud gli ospedali pediatrici sono in sofferenza. Solo nei quindici maggiori nosocomi per minori nell’ultima settimana sono 132 i ricoverati.

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