Ricerca, Mattarella: “Orgogliosi dei nostri talenti all’estero ma bisogna fare di più per riportarli in Italia”

Il presidente della Repubblica è intervenuto alla Celebrazione de “I Giorni della Ricerca” elogiando il lavoro dei ricercatori sia in Italia che all’estero.  “Ricerca nelle università, nelle imprese, nei laboratori indipendenti è un vettore di sviluppo. Garantire collaborazione tra pubblico e privato”.

“I talenti italiani, quando ne hanno la possibilità, manifestano le loro qualità in ogni parte del mondo. Ne siamo orgogliosi. E dobbiamo sentirci impegnati a migliorare le condizioni di una crescita della ricerca italiana ed europea”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla Celebrazione de “I Giorni della Ricerca”.  

Mattarella ha citato l’esperienza di una ricercatrice, la professoressa Facciotti, parlando del suo lavoro all’estero dopo la formazione in Italia: il ritorno grazie a un finanziamento dell’Airc per un progetto di particolare valore, un secondo progetto dal contenuto interdisciplinare.

“Saremmo lieti di poter dire che, in un percorso di eccellenza, questa è la normalità – ha detto il presidente della Repubblica – Sappiamo che non è così. Che tanti giovani talenti italiani vanno e restano fuori dal Paese non per una scelta, ma per mancanza di opportunità. Sappiamo che i dati complessivi sulla ricerca italiana sono tuttora inferiori a quelli dei maggiori Paesi europei. Dunque, dobbiamo percorrere ancora strada”.

Ricordando che il Pnrr è un’occasione storica per colmare alcuni ritardi strutturali e potenziare gli ambiti in cui già abbiamo raggiunto traguardi significativi, Mattarella ha ribadito che “la ricerca nelle università, nelle imprese, nei laboratori indipendenti è un vettore di sviluppo, ed è anche un contributo alla sua sostenibilità. La ricerca ha bisogno di un terreno fertile nel quale crescere e produrre i suoi risultati migliori. Richiede collaborazione tra pubblico e privato, attraverso investimenti, raccolta di risorse, indirizzi strategici condivisi. Presuppone una scuola e una università su cui l’intera società dimostri di puntare davvero. Raccoglie e diffonde fiducia per consentire a tutti di giovarsi dei suoi risultati”.

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