Rete 29aprile: “Profumo di…imbroglio”

abolizione del valore legale del titolo di studio, “sondaggio-farsa” secondo la Rete di ricercatori 29 aprile

Il Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica aprirà una consultazione on-line sul proprio sito per chiedere agli italiani cosa pensano circa l’abolizione del valore legale del titolo di studio.

Un “sondaggio-farsa”, secondo la Rete di ricercatori 29 aprile che, al fianco di sindacati e associazioni come FFLC CGIL UDU, ritengono “si tratti di un grave episodio di manipolazione dell’opinione, che denota la sempre più evidente volontà di smantellare dalle fondamenta il sistema universitario pubblico e cancellare i diritti di docenti, ricercatori e studenti garantiti dalla Costituzione”.

In un comunicato, che riportiamo qui di seguito, scrivono:
Profumo di… imbroglio

A seguito dell’apertura della consultazione pubblica sul tema del valore legale del titolo di studio sul sito del Ministero dell’Università, i ricercatori della Rete29aprile si uniscono alle associazioni studentesche nel chiederne l’immediato ritiro alla luce della grave scorrettezza dell’operazione avviata, dimostrata dalla parzialità dei quesiti presenti nel sondaggio.
La presenza di domande formulate in modo unidirezionale, tendenti a consentire di esprimere un voto valutabile solo se favorevole all’abolizione del valore legale, mira a produrre un risultato che dimostre¬rà facilmente, quale che sia l’opinione dei partecipanti, che la maggioranza dei consultati si dichiara favore¬vole all’abolizione del valore legale della laurea.
Chiunque partecipi, insomma, concorrerà a favorire un esito già chiaramente predeterminato dal modo in cui sono formulate le domande. Tale esito peraltro si collega al disegno più generale (di cui allo schema di Decreto legislativo 437 in discussione alla Camera) con cui il Governo prepara il percorso che porterà alla chiusura di numerosi atenei e a un inaccettabile classifica di quelli superstiti, con innalzamento delle tasse universitarie e penalizzazione del diritto allo studio di ampi strati della popolazione e di vaste aree geografiche del Paese.
Un esempio della parzialità del sondaggio:
Quesito 12
Per quali finalità ritenete possa essere utile una differenziazione tra titoli di studio nominalmente equivalenti?
a) Per selezionare i partecipanti ad un pubblico concorso ovvero all’esame di abilitazione per l’eser¬cizio di una professione.
b) Per attribuire punteggi differenti ai partecipanti ad un pubblico concorso ovvero all’esame di abili¬tazione per l’esercizio di una professione e ai dipendenti pubblici ai fini delle progressioni in carriera.
c) Per altre finalità.
Qual è la risposta utile per chi ritiene che NON vada effettuata una “differenziazione tra titoli di stu¬dio nominalmente equivalenti?”. Possibile che nel Ministero dell’Università non vi siano le competenze per realizzare una corretta rilevazione d’opinioni, avendo oltretutto più di un mese per predisporre un sondaggio serio? È con modalità analoghe che si sta realizzando la valutazione del sistema universitario?
Come studiosi e cittadini stigmatizziamo, condanniamo e ci sentiamo insultati dall’operato del ministro, Professor Profumo, che, avendo sempre evitato un dialogo con i ricercatori universitari, ora affida il confronto su un tema così importante ad un breve questionario online, caratterizzato non da un’apertura e dall’ascolto delle istanze provenienti dalla società e dall’università, né dall’effettivo approfondimento di temi così complessi, ma da una evidente volontà di manipolazione, promuovendo un sondaggio il cui esito non possiamo che ritenere sin da ora “truccato” e inattendibile.

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