Il 14 ottobre inizierà a Roma il processo per la morte del ricercatore italiano Giulio Regeni ucciso in Egitto nel 2016. E il governo sarà parte civile. Alla vigilia dell’udienza che dovrà decidere come e si potrà celebrare il processo sulle torture e la morte del giovane ricercatore nell’assenza degli imputati, dalla Presidenza del Consiglio arriva l’intenzione di costituirsi parte civile contro gli 007 egiziani accusati di averlo sequestrato, torturato e ammazzato. Possibile che la richiesta venga depositata già domani in aula bunker.
In questa prima fase verranno esaminate questioni preliminari (ma cruciali) come le motivazioni dell’assenza degli agenti dell’intelligence agiziana, accusati del rapimento e dell’omicidio. Sono il generale Tariq Sabir, il colonello Athar Kamel, il collega Usham Helmi e il magiore Magdi Ibrahim Sharif. Nei loro confronti sono state raccolte testimonianze, documenti, e prove di altro genere che devono essere verificate in dibattimento; potrebbe anche accadere, però, uno stop per riproporre una nuova rogatoria con l’Egitto.
Cosa vuole la famiglia Regeni
La famiglia di Giulio Regeni sarà presente in aula, assistita dall’avvocato Alessandra Ballerini, che in questi anni ha seguito i progressi e le difficoltà investigative. I genitori, inoltre, hanno fatto sapere che chiameranno a testimoniare i presidenti del Consiglio succedutesi dal 2016 ad oggi. Quattro premier a partire da Matteo Renzi, in carica quando si sono svolti i fatti, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte e infine l’attuale premier Mario Draghi. Nella lista dei testimoni anche i rispettivi ministri degli Esteri e i sottosegretari con delega ai servizi dell’intelligence.
Resta da capire se i vertici del Cairo, storicamente riluttanti a collaborare con gli inquirenti italiani, vorranno rendersi disponibili a un esame di fronte ai giudici. “Paola e Claudio (i genitori di Giulio Ndr.) dicono spesso che sulla vicenda di Giulio sono stati violati i diritti umani. Da oggi abbiamo la fondata speranza che almeno il diritto alla verità non verrà violato. Ci abbiamo messo 64 mesi, ma quello di oggi è un buon traguardo e un buon punto di partenza” aveva dichiarato l’avv. Ballerini il 25 maggio scorso quando venne fissata la data del processo.
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