Reddito di cittadinanza, gli under 30 dovranno terminare gli studi e via l’offerta congrua

Il governo ha tolto con un emendamento alla legge di Bilancio l’obbligo di fare due offerte congrue al titolo di studio e precedenti lavori del percettore di reddito

La stretta al Reddito di cittadinanza continua. Dopo il cambiamento già deciso in Consiglio dei ministri, che aveva ridotto a otto i mesi di erogazione della misura per tutti coloro che sono ritenuti occupabili secondo la nuova, discussa definizione del governo, ora intervengono gli emendamenti alla legge di Bilancio 2023 presentati in commissione. Che hanno ridotto di un altro mese l’erogazione, ma non solo. Viene cancellata la cosiddetta “offerta congrua“, costringendo di fatto i beneficiari ad accettare qualunque lavoro e su tutto il territorio nazionale, pena la decadenza dal beneficio. Inoltre, i giovani tra i 18 e i 29 anni potranno ricevere il Rdc solo a patto di aver completato la scuola dell’obbligo o di frequentare un percorso formativo che punti ad assolverlo. “Siamo alla follia pura, hanno fatto saltare il concetto di congruità che è un concetto fondamentale per tutelare la dignità del lavoro e degli studi”, ha attaccato stamattina il presidente del M5s Giuseppe Conte. Una scelta che secondo l’Alleanza Verdi e Sinistra cancella di fatto il Rdc per gli occupabili del Mezzogiorno.

No al reddito per gli under 30 senza diploma

Sulla scia di quanto detto dal nuovo ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, è stato approvato un altro emendamento che toglie il Rdc a tutti i giovani sotto i trent’anni che non abbiano assolto l’obbligo scolastico o che non dimostrino l’iscrizione e la frequenza “di un percorso di studi finalizzato all’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e formazione sino al conseguimento dell’obbligo formativo o, comunque, di una qualifica di durata almeno triennale”, si legge nel testo.

“Così i ragazzi che sono vissuti in famiglie disagiate e hanno vissuto un disagio sociale non potendo terminare i percorsi di studio invece di essere quelli che vengono più aiutati, vengono abbandonati a se stessi. Siamo alla pura follia“, ha commentato il presidente M5s Conte. Che sulla cancellazione della congruità dell’offerta di lavoro avverte: “Guardate che non riguarda il reddito di cittadinanza: dire che le persone che sono più indigenti devono accettare qualsiasi proposta di lavoro in qualsiasi parte d’Italia significa distruggere l’ascensore sociale, riguarda tutti: un ingegnere che ha lavorato per anni e deve andare a fare il lavapiatti da tutt’altra parte dell’Italia; Riguarda chi ha studiato giurisprudenza e deve accettare un lavoro sotto pagato in qualunque parte del Paese. Hanno fatto saltare il concetto di congruità, che è un concetto fondamentale per tutelare la dignità del lavoro e degli studi”.

L’offerta di lavoro non più congrua al titolo di studio

Di tutt’altra opinione il ministro della dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Lollobrigida. “C’è una cosa strana: esistono lavori che vanno bene per gli immigrati ma non vanno bene per gli italiani?”. Spiegando poi che “la possibilità di lavorare in Italia esiste, la congruità è un fattore naturale, quello che non si può pretendere è di rendere normali le frasi che ho sentito da qualcuno in televisione: “se non ho più il reddito vado a rubare”. Prima di andare a rubare, per generazioni, i nostri nonni, i nostri padri, ci hanno insegnato che si può andare a lavorare anche accettando lavori umili”. Riforme e frasario che spingono le piazze dove si radunano i beneficiari del Rdc. “Questo assalto è tipico di una banda estremista”, commenta Franco Mari, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Lavoro. E aggiunge: “Di fatto è stato cancellato, fin da subito, il reddito di cittadinanza per gli occupabili in particolare del Mezzogiorno. Serve una mobilitazione ampia del Paese, che sia forza alla battaglia delle opposizioni in Parlamento”.

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