Professori pensionati tornano in servizio. Bloccate le assunzioni per 16 ricercatori

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Università di Bari – Diciannove professori, di cui dieci neopensionati e nove che andranno in pensione il prossimo anno, hanno chiesto di essere rimessi in ruolo. In un momento in cui ricercatori e vincitori di concorso stentano a trovare un posto in Ateneo, i 19 ultrasettantenni hanno fatto domanda per una proroga di servizio della durata di due anni.

L’insolita richiesta rappresenta uno dei risultati della sentenza promulgata dalla Corte Costituzionale lo scorso maggio in cui, appunto, veniva ripristinato il diritto di richiedere, ma non l’obbligo di concedere, il biennio opzionale oltre il limite massimo dei 70 anni per docenti e ricercatori universitari (diritto precedentemente abolito dalla riforma Gelmini).

Non si sono fatti attendere i commenti dei sindacati: “Trovo che le aspirazioni di questi docenti siano davvero inopportune – ha dichiarato Rocco Campobasso, rappresentante Cisapuni del personale tecnico e amministrativo dell’Ateneo pugliese – in un momento di difficoltà come questo e mentre sono in gioco le assunzioni di giovani e precari”.

L’Università di Bari, infatti, ha a disposizione solo poche risorse per aumentare il personale docente e dovrà tenere conto della legge in materia che equipara il biennio extra oltre la pensione ad una nuova assunzione, con relative spese e utilizzo dei “punti organico” (la misura del contingente annuale di assunzioni consentito ad ogni Università dal Ministero).

In attesa, al momento, ci sono 16 ricercatori vincitori di concorso ma ancora senza contratto e 22 dipendenti non docenti da stabilizzare. Per ora l’Ateneo barese ha utilizzato tutti i punti organico del 2012 ed aspetta di conoscere la quota per il 2013.

Ma a risolvere la situazione potrebbe arrivare una sentenza del Tar del Lazio che dovrebbe aumentare i “punti organico” a disposizione dell’Università di Bari reintegrandone alcuni non assegnati per gli a.a. 2010 e 2011. Una misura auspicata dal Rettore dell’Ateneo, Corrado Petrocelli, che, nel frattempo, dovrà scegliere, insieme al Senato accademico, chi privilegiare: se l’esperienza e la sicurezza offerta da i vecchi professori o la preparazione e la freschezza dei nuovi docenti.

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