Professione designer. Un mix esplosivo di tecnica e cultura

Sperimentare, ricercare, confrontarsi con il diverso e non di­menticare mai la dimensione ludica della nostra vita, tra i “must” del designer doc.

Sperimentare, ricercare, confrontarsi con il diverso e non di­menticare mai la dimensione ludica della nostra vita. Tecnica, conoscenza e cultura, le chiavi della creatività mediante un percorso trasversale e poliedrico.

Sociologo, designer e fotografo: ci può descrivere in breve il suo percorso formativo e professionale?

Mi sono laureato in Sociologia e tra i miei docenti vi erano Alberto Abruzzese, mass medio­logo con un grande interesse per i nuovi media e la comunicazione pubblicitaria, e Oliviero Toscani, fotografo e docente di Comunicazione Visiva.

Entrambi mi hanno fatto interessare seriamente al potere comunicativo delle immagini. Appena laureato mi trasferii a Londra per lavorare al lancio del portale WGSN, leader nel campo della comunicazione della moda e lusso. Mi iscrissi così al Master in Design Studies al St Martins College diretto da Geoff Crook. Mi interessava il design pubblicitario ed editoriale anglosassone. Terminata la col­laborazione con WGSN iniziai a lavorare come assistente per vari fotografi di successo, da Candice a Uli Weber, a Jay Myrdal. Attualmente, dirigo la Giulio Mazzarini Photography e la Gem Creative Limited, dove ci occupiamo di brand image e comunicazione visiva.

Quali sono secondo lei, le competenze che deve avere un giovane per indirizzarsi verso il cammino del design?

Bisogna ricordarsi che il design ha un grande potere che va al di là, di quello del design del prodotto, come quello di una bella sedia o automobile. Per ricordarselo basta rileggersi i libri di un nostro grande connazionale, Bruno Munari. Per essere competenti come creativi, bisogna essere umili, curiosi e non smettere mai di imparare. Tutti i designer di successo che ho avuto il piacere di incontrare e fotografare, da Marc Newson a Ross Lovegrove, non si fermano mai. Tra i giovani mi hanno davvero affascinato i Raw Edges, per la loro semplicità e genialità.

Consiglierebbe a un ragazzo di trasferirsi in Inghilterra,come ha fatto lei per prose­guire gli studi?

Più che trasferirsi, consiglierei ad un giovane di viaggiare molto, come facevano una volta intellettuali, artisti e scienziati. Pensiamo soltanto che se Charles Darwin non avesse viag­giato e conosciuto le popolazione indigene sudamericane non avrebbe mai scritto L’origine delle specie, il libro che ha cambiato il mondo. Purtroppo, un giovane tende a spendere i suoi soldi in gadget e accessori, anziché viaggiare. Eppure un viaggio, a differenza di un gadget, non si scorda mai!

Ha sempre desiderato di essere un designer e fotografo, o ha scoperto questa sua passione negli anni di studio?

Il design e la fotografia mi hanno interessato sin dall’adolescenza, ma era solo un gioco, la vera passione è arrivata con gli anni. Ho avuto la fortuna di avere genitori saggi, che piut­tosto che spingermi verso una carriera, mi hanno reso curioso e lasciato scegliere e fare ciò che più mi interessava. Credo che un giovane, debba cimentarsi con diverse arti e mezzi di comunicazione possibile, giocando e sperimentando continuamente. E’ poi una volta adulto, ricordarsi che non si smette mai di imparare (e giocare!)

Amanda Coccetti

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