#primaverauniversità, parlano gli studenti: "Servono certezze su investimenti e Diritto allo Studio"

Oggi la Conferenza dei Rettori Università Italiane (CRUI) ha promosso la Primavera dell’Università.Il documento che la CRUI ha redatto per il lancio di questa giornata ha il merito di evidenziare tramite dati precisi il quadro della situazione del sistema universitario italiano. “L’attuale situazione del sistema universitario italiano però non può essere presa semplicemente come un dato di fatto poiché essa è figlia di precise scelte politiche che hanno determinato l’impoverimento dei nostri atenei e una precarizzazione del lavoro che vi si svolge”, dichiara al Corriere dell’Università Alberto Campailla, Portavoce di LINK – Coordinamento Universitario, che aggiunge: “Centrale in questo senso è il nodo dei finanziamenti che però non può essere affrontato solo dal punto di vista della loro quantità ma anche dalle modalità di riparto e dalla destinazione. In questo senso è esplicativa la scelta da parte del Governo di conferire oltre 1,5 mld in dieci anni per l’Human Technopole. Questo istituto, amministrato da una fondazione privata, riceverà in proporzione una somma enorme rispetto al sistema universitario nazionale che nel complesso ha ricevuto meno di 7 miliardi tramite il fondo di finanziamento ordinario del 2015.”

Il fondo nazionale inoltre è ripartito con criteri premiali che penalizzano fortemente alcuni atenei a scapito di altri creando una competizione impari tra le università per fondi scarsi che non è finalizzata a precisi obiettivi di miglioramento del sistema nel suo complesso.

“Altro nodo centrale è quello dell’accesso agli studi e del diritto allo studio. I Rettori in questi anni stati i primi sponsor dell’introduzione del numero chiuso: nell’ultimo anno accademico più del 60% dei corsi prevede un test di ingresso e spesso la limitazione del numero di studenti non è da ricercare solo nei criteri ministeriali ma anche nelle politiche miopi dei singoli atenei.” continua Alberto Campailla

Il diritto allo studio è inoltre totalmente insufficiente rispetto alle esigenze attuali del sistema che già di per è profondamente residuale. La platea dei beneficiari di diritto allo studio è la metà di quella spagnola e un terzo di quella francese. Nonostante ciò non vengono assicurati i fondi necessari a erogare tutte le borse di studio. I processi di precarizzazione all’interno delle università non riguardano solo la condizione studentesca ma anche quella lavorativa. Dal documento CRUI non emerge come il tema essenziale sia l’eccessivo ricorso da parte degli atenei, favorito dall’attuale normativa, di personale a tempo determinato che non trova nel mondo accademico una prospettiva di stabilizzazione.

“In questa giornata abbiamo ribadito, nelle molte iniziative che ci sono state nei diversi atenei, come sia necessario ripartire da un ragionamento che coinvolga il ruolo sociale dell’università e della ricerca pubbliche. Siamo convinti che per rimettere la formazione superiore al centro del dibattito pubblico non servano iniziative di facciata e che le risposte pronte debbano cedere il passo alla costruzione collettiva di soluzioni forti per rendere l’università non solo ‘snella e competitiva’ ma anche accessibile e inclusiva per studenti e lavoratori” conclude.

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