Preside barricata, gli studenti: “Non siamo fascisti, non vogliamo che la scuola diventi un’azienda”

Dopo il tentativo di occupazione al Liceo Leonardo da Vinci di Milano, dove la preside si barricò all’interno dell’istituto al grido di “Violenti e Fascisti”, ci è giunta in redazione una lettera da parte dei rappresentanti degli studenti. 

“Siamo un gruppo di studenti del Leonardo che si sente in dovere di fare chiarezza su ciò che è accaduto la settimana scorsa. Il tentativo di occupazione ci ha fatto passare come un gruppo di facinorosi e violenti, termini usati dalla nostra stessa preside, Maria Concetta Guerrera, che ci ha addirittura etichettati come  “fascisti e squadristi”. Sono parole che, per noi che ne capiamo il significato, possono provocare stupore e amarezza.

La nostra protesta non è nata da motivazioni infondate (come si evince dai media), bensì dalla delirante situazione in cui verta la scuola italiana: a prescindere dall’orientamento politico, i governi continuano imperterriti con i loro tagli all’istruzione, ridotta oramai allo stremo per mancanza di fondi. Persistono i tentativi di ridurre la scuola – luogo di formazione della cultura e del pensiero critico – in un’azienda.

Quest’anno è stato riproposto il Ddl 935(ex Aprea) che inserisce i privati nel Consiglio d’Istituto e nel Nucleo di Autovalutazione. Allo stesso tempo i finanziamenti alle scuole paritarie non vengono tagliati, anzi. Ultimo, ma non meno importante, sussiste il problema del “Buono Scuola”, spacciato come finanziamento verso tutti gli studenti ma in realtà indirizzato verso coloro che frequentano scuole private (i convitti pubblici in Lombardia sono 3!).

Per tutte queste ragioni, unite alla mancanza di un vero welfare studentesco, ci è sembrato necessario un gesto forte, che attraesse attenzione mediatica ma che riuscisse sullo stesso piano a trasmettere contenuti; un gesto che coinvolgesse studenti e professori in assemblee ampie e plurali in tutte le sue facce. L’occupazione non era fine a se stessa; non abbiamo cercato di organizzarla per il semplice gusto di agire nell’illegalità, ma per riprenderci e proporre un nuovo modo di fare scuola, la “nostra scuola”, dove studenti e docenti sono i protagonisti.

Ci teniamo a puntualizzare, inoltre, che ciò che è successo davanti al Liceo non è stato un atto di violenza; nessun tipo di contatto fisico diretto è stato perpetrato da parte degli studenti nei confronti del personale scolastico. Solo durante lo scialbo tafferuglio avvenuto nel momento dell’apertura della porta, purtroppo, un paio di collaboratori ATA hanno riscontrato segni di poca gravità, testimoniata anche dagli agenti della Digos.

Comunque ci scusiamo, perché non era questa l’intenzione del nostro gesto. Il tentativo di occupazione è fallito, ma risulta sempre più evidente la cooperazione tra studenti e docenti; a questo proposito sono state richieste e ottenute due giornate di autogestione, con assemblee partecipate da entrambe le componenti, durante le quali sono state proposte forme di protesta alternativa che stiamo organizzando e speriamo a breve vadano in porto”.

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