Premio ai prof che restano nello stesso istituto per più di 5 anni

Critiche al provvedimento da parte del Consiglio superiore della pubblica istruzione.

Uno degli ultimi atti del ministro alla scuola uscente Patrizio Bianchi riguarda un premio alla mobilità dei docenti e la continuità didattica da assicurare agli studenti. In sintesi, viene dato un riconoscimento a chi mantiene la propria sede di servizio e ha alle spalle almeno 5 anni pregressi di permanenza in quella scuola. Il decreto ministeriale sulla valorizzazione degli insegnanti è stato firmato. In tutto sono disponibili 30 milioni di euro.

Con il provvedimento – spiega il ministero dell’Istruzione in una nota – viene dato peso sia alla continuità didattica (tenendo conto del numero anni di permanenza nella medesima scuola che stia in una provincia diversa da quella della propria abitazione) sia al personale che insegna da più anni in istituti di territori che presentano condizioni socio-economiche più disagiate, con maggiore dispersione o col rischio di spopolamento. La presenza di entrambe le condizioni comporterà una valorizzazione economica maggiore.

Bocciatura del Cpi

I soldi vengono presi dal fondo di valorizzazione dei docenti. La prima stesura del decreto riguardava i docenti che non ottenevano il trasferimento, quindi anche quelli che provavano a cambiare scuola facendo domanda, ma che non ci riuscivano. Una formulazione bocciata dal Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi): “I criteri individuati dal decreto non permettono di incentivare solo chi volontariamente sceglie di assicurare la continuità didattica ma anche chi, pur avendo prodotto domanda di trasferimento, casualmente non l’ha ottenuta”. Alla fine, nella stesura arrivata alla firma, “sono state accolte le istanze espresse nel Cspi ed è così passato il principio che si deve garantire la permanenza in una scuola senza fare domanda di trasferimento: ci è sembrata la cosa più seria – spiega Ivana Barbacci, segretaria della Cisl Scuola – comunque avrebbero potuto soprassedere, purtroppo non l’hanno fatto”.

Più in generale il Cspi era stato durissimo sul decreto giudicando il testo “poco efficace e foriero di contraddizioni e problematiche per il personale e per la scuola. Il rischio è quello di introdurre misure inefficaci rispetto a un obiettivo di gran rilievo come quello di garantire e valorizzare la continuità dell’insegnamento”. Mentre i sindacati avevano chiesto un rinvio del decreto in quanto materia di contrattazione. “La materia è oggetto di trattativa per il rinnovo del contratto”, aveva osservato la Flc-Cgil.

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