Scuola di Bologna devastata, uno studente: “Impossibile fermare furia degli esterni”

Un’alunna del collettivo che stava organizzando l’occupazione da un paio di settimane: “Nessuno di noi ha istigato i violenti. Il preside come l’anno scorso ci ha sbarrato le porte”

Hanno fatto scalpore le immagini della devastazione del Belluzzi-Fioravanti di Bologna. Ricevendo condanne da destra a sinistra, oltre che del ministro Valditara stesso. Corriereuniv.it è riuscito a raggiungere uno studente che ha aiutato ad organizzare l’occupazione che non c’è mai stata.


“C’è stata una perdita del controllo della situazione e una perdita totale del senno da parte dei ragazzi dell’istituto, ma non solo dei ragazzi dell’istituto, perché a scuola c’erano anche molti esterni – afferma Giorgio, 18 anni, che fa parte di uno dei collettivi che dovevano organizzare l’occupazione -. La situazione è sfuggita di mano e ha dato luogo a sfoghi e atti di vandalismo e distruzione della scuola, dopo il rifiuto del preside di accettare un’occupazione”. Il gruppo di Giorgio quella mattina era andato dal preside per portare le proposte degli studenti. “Gli abbiamo portato il nostro manifesto e le istanze che riguardavano problematiche strutturali della scuola oltre che le criticità della riforma Valditara. Siamo andati per un confronto nonostante ci avesse fatto trovare le porte sbarrate”.

Uno studente: “C’era la volontà di manifestare pecificamente”

Il dirigente scolastico, Vincenzo Manganaro, in una lettera ai genitori spiega che lui aveva proposta l’autogestione ma non riteneva il gruppo di Giorgio rappresentativo degli studenti. “C’era una volontà di manifestare pacificamente tramite un’occupazione e l’abbiamo espressa al preside attraverso un volantino pubblico sui social. Il nostro gruppo di occupazione non era legato a coloro che poi hanno deciso di danneggiare la scuola”. Lo studente racconta come avessero pensato d’apprima di occupare il blocco centrale nel piano presentato al preside, con 27 persone adibite alla sicurezza interna ed esterna. Ma lì cè stata la falla: la sicurezza non si è saputa organizzare e ha fatto passare gli esterni alla scuola che hanno devastato classi e corridoi. “I docenti non sono intervenuti pur vedendo quello che accadeva, siamo stati lasciati a noi stessi e non siamo riusciti a fermarli”.

“Chiediamo alla scuola di essere ascoltati, di capire quello che è successo in modo tale da non punite indiscriminatamente tutti. Dentro la scuola quel giorno c’erano le persone che hanno vandalizzato gli ambiente e le persone che hanno cercato di aiutare e di trovare un colloquio. Ma ci hanno additato tutti come vandali”. Giorgio afferma, poi. che anche lo scorso anno avevano provato ad organizzare un’occupazione ma senza successo. Inoltre le proposte di autogestione venivano rigettate o ritenute insufficienti e non veniva dato il via libera. Mancava insomma la fiducia studenti istituzioni scolastiche. E mancherà ancor oggi dopo una vicenda che ha scosso in molti anche a livello nazionale.

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