Pompei, l’allarme dell’Unesco: “Una soluzione subito”. L’estate rovente dei musei italiani

Degrado a Pompei

DEGRADO A POMPEI – «Il governo italiano ha tempo fino al 31 dicembre 2013 per adottare misure idonee per Pompei e l’Unesco ha tempo fino al 1 febbraio 2014 per valutare ciò che farà il governo italiano e rinviare al prossimo Comitato mondiale 2014 ogni decisione». Eccolo, è arrivato forte e chiaro l’ultimatum del presidente della commissione nazionale italiana Unesco, Giovanni Puglisi, su Pompei, uno dei siti italiani considerati «patrimonio dell’umanità».Una storia da salvare, un pezzo di cultura da conservare e valorizzare come più di ogni altro. Eppure, il richiamo è arrivato.

Precisa Puglisi: «Non si tratta di una relazione che mette Pompei tra i siti in pericolo, tra l’altro è stata fatta in piena collaborazione con il governo italiano e con il ministero dei Beni Culturali, che pertanto sono perfettamente a conoscenza di questo atto». L’Unesco, come racconta il Corriere della Sera, esaminerà la relazione istruttoria del gennaio scorso: «Carenze strutturali (infiltrazioni d’acqua, mancanza di canaline di drenaggio) e danni apportati dalla luce agli affreschi, costruzioni improprie non previste dal precedente piano, mancanza di personale».

Eppure, l’allarme dell’Unesco arriva dopo una giornata storicamente negativa per il patrimonio culturale italiano: assemblee sindacali e chiusure a Pompei, con 500 turisti in attesa sotto il sole; stesso discorso a Ercolano, Oplontis, alla Pinacoteca di Brera e al Cenacolo di Leonardo. E ancora agli Uffizi di Firenze, alla Galleria dell’Accademia, a Roma a Palazzo Barberini, al Pantheon, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, al Museo Etrusco, persino al Colosseo – chiuso più volte nei giorni scorsi. File e file di turisti inspiegabilmente in attesa.

E i sindacati? Non stanno a guardare e rispondono alle accuse: «Non vogliamo creare un disagio, ma migliorare il modo di lavorare e la fruizione del nostro patrimonio» dichiarano Cgil, Cisl e Uil. Il ministro Bray, intanto, ha deciso di fissare un incontro con le sigle, senza neanche troppa urgenza, in programma l’8 luglio.

Degrado a Pompei, vergogna italianaAl silenzio del ministro ha risposto il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni: «È obbligatorio per noi intervenire dopo il giudizio dell’Unesco su Pompei. Il problema non sono i soldi ma varare il piano complessivo di gestione e valorizzazione, come aveva individuato l’ex ministro Fabrizio Barca. In quanto agli scioperi, sono certa che l’8 luglio il ministro Bray sbloccherà la situazione. Dobbiamo convergere tutti sul rilancio del nostro patrimonio. E questi scioperi sono devastanti per l’immagine dell’Italia e non contribuiscono al processo di risanamento dei nostri Beni». Ce la farete? «Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha promesso che si dimetterà se ci saranno altri tagli alla cultura. Ma sappiamo tutti che non basta non tagliare, occorre reperire altre risorse. Basta entrare a Pompei per vedere una biglietteria e un’accoglienza ai turisti assolutamente inaccettabili».

L’Unesco ha finora riconosciuto 981 siti (759 beni culturali, 193 naturali e 29 misti) in 160 Paesi. L’Italia ne ha il maggior numero, 49. Ma non li sa tenere. Una vergogna quasi mondiale.

RN

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