La Commissione Cultura della Camera, nell’ambito dell’esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), svolgono l’audizione del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Durante il suo intervento il ministro ha fatto una ricognizione degli obiettivi da raggiungere, in particolare un passaggio è stato dedicato alla riforma del reclutamento e alla formazione iniziale degli insegnanti.
Il ministro ricorda che è stata organizzata una task force interna per seguire l’andamento dei lavori del Pnrr: “Per quanto riguarda il ministero dell’Istruzione, prevede sei riforme e due blocchi di investimenti sulle infrastrutture e sulle competenze, che nel loro insieme determinano un riposizionamento, una riorganizzazione e un ripensamento del ruolo centrale della scuola oggi per permettere al Paese la ripresa e l’innovazione”. E ancora: “Nel Pnrr abbiamo un intervento importantissimo per le scuole tecniche e professionali. Per noi è un elemento cruciale, non solo per rendere credibile il Pnrr ma per dare possibilità a tutti i ragazzi di poter effettivamente raggiungere risultati positivi e avere più canali a disposizione per poter realizzare sé stessi”. Per quanto riguarda l’edilizia scolastica, il ministro ricorda che sono stati già stanziati 9,1 miliardi su 10 miliardi disponibili (tra cui 800 milioni per le scuole nuove). Sulla formazione iniziale, il ministro ricorda che si tratta di un lavoro che va fatto in sinergia con l’Università. Metre sugli ITS, invece, Bianchi sottolinea che la riforma è a buon punto.
Pnrr Istruzione
Le risorse destinate all’istruzione sono pari a 17,59 miliardi di euro (comprensive dei progetti “in essere”), con 11 linee di investimento, 6 destinate alle infrastrutture e 5 alle competenze. I beneficiari delle risorse stanziate per l’istruzione, che saranno assegnati attraverso avvisi pubblici, sono le scuole, gli Its e gli enti locali proprietari degli edifici per quanto riguarda gli interventi di edilizia scolastica. Oltre cinque miliardi per la realizzazione e messa in sicurezza di asili nido e scuole per l’infanzia, per la costruzione di scuole innovative, per l’incremento di mense e palestre, per la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico. Un pacchetto di interventi che mette subito a disposizione un terzo dei fondi complessivi previsti nel Pnrr per il sistema di Istruzione che ammontano, in tutto, a 17,59 miliardi.
3 miliardi di euro per il Piano per gli asili nido e le Scuole dell’infanzia: l’obiettivo è ridurre il divario esistente nei servizi educativi per la prima infanzia e potenziarli su tutto il territorio nella fascia di età 0-6 anni. I 3 miliardi saranno così divisi: 2,4 miliardi per la fascia 0-2 anni (il 55,29% di queste risorse andrà al Mezzogiorno) e 600 mln per la fascia 3-5 (40% al Mezzogiorno). Si tratta della seconda tranche di uno stanziamento complessivo di 4,6 miliardi previsti nel PNRR per questo capitolo, grazie ai quali si realizzeranno complessivamente 1.800 interventi di edilizia scolastica e saranno creati 264.480 nuovi posti per accogliere bambine e bambini, migliorando il servizio offerto alle famiglie a supporto, anche, dell’occupazione femminile.
800 milioni di euro per il Piano di costruzione di 195 nuove scuole che sostituiranno vecchi edifici (il 40% delle risorse andrà al Mezzogiorno). Si tratterà di scuole innovative dal punto di vista architettonico e strutturale, altamente sostenibili e con il massimo dell’efficienza energetica, inclusive e in grado di garantire una didattica basata su metodologie innovative e su una piena fruibilità degli ambienti didattici. Una volta individuate le aree per la costruzione delle scuole, il Ministero dell’Istruzione bandirà un concorso di progettazione.
Riforma degli ITS
Le altre sei riforme contribuiscono a mettere il sistema scolastico al centro della crescita del Paese, integrandolo pienamente alla dimensione europea. Le misure afferiscono, infatti, agli aspetti più strategici della scuola: la riorganizzazione del sistema scolastico, la formazione del personale, le procedure di reclutamento, il sistema di orientamento, il riordino degli istituti tecnici e professionali e degli Istituti Tecnici Superiori (ITS).
La riforma mira ad allineare i curricula degli istituti tecnici e professionali alla domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo del Paese, in particolare verso l’output di innovazione del piano nazionale Industria 4.0 e la profonda innovazione digitale in atto in tutti i settori del mercato del lavoro. L’elevata qualità del curriculum offerto incoraggerà l’occupabilità, grazie anche all’armonizzazione dei programmi di formazione in base alle esigenze di ciascun territorio. La riforma investe sul capitale umano in un approccio mirato e adeguato alle condizioni geografiche, economiche e sociali di ogni contesto locale, con benefici diretti di breve e lungo termine sulle potenzialità di crescita del Paese.
Gli ITS, grazie anche a partnership con imprese, università, centri di ricerca ed Enti Locali, potranno offrire così corsi terziari job-oriented sempre più avanzati per la formazione di tecnici che gestiscono sistemi e processi ad alta complessità in sei aree: efficienza energetica; mobilità sostenibile; nuove tecnologie della vita; nuove tecnologie per il Made in Italy; tecnologie innovative per il patrimonio culturale e attività connesse; tecnologie dell’informazione e della comunicazione. La piena attuazione della riforma, che sarà adottata entro il primo semestre del 2022, è prevista nel 2025.
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