Capitale umano, attrazione dei ricercatori, infrastrutture, rilancio del Mezzogiorno e coinvolgimento del settore privato: queste le azioni con cui il Governo spenderà i quasi 2,5 miliardi di euro messi a disposizione nel Piano Nazionale per la Ricerca presentato oggi dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
“Vogliamo per la prima volta indirizzare i fondi della ricerca su settori strategici – spiega immediatamente il Ministro Giannini – Basta finanziamenti a pioggia e a micro progetti”.
12 le macro aree individuate dal Governo per l’investimento in ricerca (coincidenti con quelli messi a fuco dal programma europeo Horizon 2020): su tutti spazio, agrifood, salute ed industria 4.0 sugli scudi.
Passando alle azioni necessarie a rendere immediatamente fruibili i fondi messi a disposizione, il ministro Giannini ha parlato di 6 priorità: “In primo luogo, l’azione per il capitale umano che prevede un budget di 1 miliardo e 200 milioni (circa il 40% del budget complessivo) – ha spiegato il ministro – Abbiamo bisogno di un’innovazione necessaria nel dottorato di ricerca. C’è un dibattito aperto se il dottorato deve essere considerato il primo gradino della carriera universitaria o il terzo livello di formazione, ci indirizziamo verso questa seconda opzione come negli altri Paesi europei. Questo significa investire di più e collegarli con il mondo delle imprese e del lavoro. Dottorati innovativi, internazionali, interdisciplinari. Un investimento che, tra dottori di ricerca e ricercatori porterà a 6 mila nuove posizioni”.
In secondo luogo l’attrazione per i ricercatori italiani e non dall’estero: “I Vincitori di Grant Europei fino ad oggi non hanno avuto condizioni competitive per spendere i propri Grant in Italia – ha dichiarato il ministro – Oggi, creiamo queste condizioni con due misure: la squadra della ricerca, per cui prevediamo un Grant nazionale fino a 600 mila euro, e una misura per la carriera individuale ovvero un incremento di incentivazione stipendiale per attrarre un ricercatore di buon livello in Italia (per un fondo complessivo da oltre 150 milioni di euro)”.
Al centro dell’investimento, poi, ci saranno le infrastrutture della ricerca, a cui saranno destinati circa 340 milioni di euro (14% dell’insieme); i rapporti di partnerariato con il settore privato ed azioni specifiche per il rilancio del Sud Italia per un totale di 450 milioni di euro.
Ulteriore misura sarà la quality spending, ovvero la cultura della qualità della spesa per la ricerca. Un tema a cui sono destinate le ‘briciole’ del Piano, circa 32 – 35 milioni di euro e che serviranno a semplificare le operazioni di rendicontazione, valutazione, etc.
Segno di continuità con le precedenti amministrazioni è l’attenzione ai cluster “Furono creati dal Ministro Profumo nel 2012 – ha dichiarato Stefania Giannini – Hanno avuto un valore importante, sono parchi scientifici e tecnologici. La dimensione dei nostri centri si prestano meglio alla creazione dei cluster piuttosto che di parchi. Ne abbiamo aggiunti altri 4 agli 8 già esistenti e punteremo sulla creazione dei cluster.
Aspetto determinante, le tempistiche: “Prendo un impegno preciso – spiega il ministro – Per quanto riguarda il miliardo del capitale umano bisogna correre: entro l’estate 2016 usciranno bandi per le misure per il capitale umano (dottorato e ricercatori); nell’autunno avverranno le prime assegnazioni”.
“Per le infrastrutture: i bandi usciranno dopo l’estate, dopo la conferenza Stato – Regioni; le assegnazioni a partire dalla fine del 2016 – continua Giannini – Per i cluster c’è già una parte iniziata e quindi i bandi saranno emanati entro estate 2016”.
Infine un occhio ai meccanismi di valutazione: “Non c’è ricerca di qualità senza strumenti trasparenti ed efficienti – ha concluso il ministro – Su tutte le misure del Piano il criterio sarà quello di creare un panel con esperti di profilo scientifico di alto livello nazionali ed internazionali.
Qui sotto il video integrale della presentazione:
Qui, invece, potete scaricare le slide illustrative del Piano Nazionale per la Ricerca
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